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Domenico Mariano Barone 23 gennaio 2011 23:37 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Commedia teatrale di Thomas Mugnano
Un po’ per stile, un po’ per scaramanzia, ma anche quest’anno il componimento teatrale (IL QUARTO CHE THOMAS HA SCRITTO IN 4 ANNI) ha un titolo attinto da un notissimo proverbio napoletano, vale a dire : <<Che se passe…pè nu’ poco ‘e spasso!!>>
E sempre per essere coerente con il suo stile “tragi-comico”, che comincia a farsi luce anche tra gli addetti ai lavori, infatti, sono ben 5 le compagnie che hanno chiesto all’autore il copione per poter inscenare le sue opere, anche quest’anno la commedia alterna momenti di altissima amenitàe spensieratezza intervallata da scene riflessive, ponderate e commoventi.
L’opera di quest’anno prevede una trama con diversi colpi di scena e, nonostante i frequentissimi momenti davvero esilaranti per le eccelse interpretazioni che gli attori sanno dare ai loro personaggi, verte su un tema serissimo ed attuale quale “la disabilità”.
Partendo da una canzone pluripremiata, (che l’autore ha ascoltato per puro caso rimanendone affascinato per la musicalità e nel contempo stesso anche per la profondità del testo, e che ha come autori Alfredo Saccone e Lino Ragosta, quest’ultimo è anche un attore della compagnia teatrale <<I MATT…ATTORI>> di Roccarainola e presieduta da Gennaro Meo), notiamo che in effetti la commedia ruota intorno a ciò che può comportare l’essere o il diventare “diversamente abile”.
Un occhio l’autore lo rivolge anche alle <<barriere architettoniche>> e ai gravi problemi di autonomia che queste creano ai portatori di handicap.
L’opera, è altresì ricca di messaggi sociali e civili che l’autore in modo velato (ma non troppo) vuol far trasparire, pur prestando attenzione a non essere iniquo, invadente e tendenzioso verso lo spettatore.
A tal proposito,all’interno della commedia troviamo: una bella morale, un incitamento evidente a non arrendersi mai, storie d’amore, tradimenti, riappacificazioni, colluttazioni, personaggi che subiscono metamorfosi caratteriali e affettive ed infine anche un tentativo di sequestro di persona, il tutto alternando un lessico ora ricercato e raffinato ed ora spicciolo e triviale.
L’opera chiude con un ennesimo colpo di scena e un lieto fine che l’autore ha fortemente voluto dopo il finale cruento e violento (ma anche maledettamente veritiero) dell’anno scorso!!
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