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Cronaca Sanità Maria Capasso 15 gennaio 2022 23:17 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Vi siete mai chiesti chi prepara San Sebastiano per la festa? Avete mai provato a chiedervi quali sono i volti degli artisti che ogni anno dipingono la statua del Santo Patrono sull’omonimo Ponte?
Si tratta di Salvatore Esposito, Pasquale Porciello e Cristina Sepe. Tre fedeli che lavorano nell’ombra, lontano dalle luci della ribalta. Era il 20 gennaio del 1913 quando fu eretto il monumento:
”Qui dove il popolo trae ogni anno festeggiare il patrono San Sebastiano, i canonici Basile e Autiello con pio e grato animo fecero innalzare questo monumento”.
Lo collocarono sulla mega vasca di via Isonzo, che ora è stata coperta, affinche’ la comunità venisse protetta dalle piene.
Intanto i nostri tre artisti lavorano instancabilmente, ognuno per la propria parte. Con discrezione mi sono avvicinata e ho detto loro che avrei fatto delle foto. Perché? Perché la memoria non va mai dimenticata e perché ci sono persone talmente timide il cui unico obiettivo è solo vestire a festa San Sebastiano e curarne i paramenti sacri e floreali in modo da dare luce alla comunità.
Da anni li vediamo sul monumento di San Sebastiano, arrampicati nei giorni precedenti le festività religiose per lustrare la statua, a grandezza naturale, del giovane San Sebastiano. Hanno i calli tra le mani, divorati dalla fatica e non sanno che li immortalerò in un articolo.
Questa volta mi sono fermata. Ho parlato con Salvatore, il pittore cresciuto a stretto contatto con l’artista Buonicontri. Non sa che scriverò un articolo. Non sanno che sono una giornalista. Non mi sono presentata. Salvatore ha 77 anni e la gioia di un ragazzino che guarda con ammirazione il suo santo mentre passa la pittura su San Sebastiano: lo fa con delicatezza, quasi ad accarezzargli il volto. Va alla ricerca della tonalità giusta perché vuole dare la luce giusta alla statua.
Che belle anche le messe celebrate sul ponte, pungenti quanto basta per spingere la comunità a riflettere. E sì , perché c’è bisogno di riflettere tanto in questo periodo dove siamo tutti contro tutti, senza comprendere che quella che va tutelata è la salute. Non è l’offendersi gli uni con gli altri che risolverà il problema Covid. E’ andarci cauti, comprendere che la situazione in questo particolare momento è critica. I posti negli ospedali sono tutti pieni e capita anche che i malati non Covid costretti ad andare in ospedale per altre patologie vengano contagiati.
Si contagiano infermieri, operatori sanitari: è una guerra. A chi affidare le preghiere se non a San Sebastiano? “San Sebastiano allontana il Covid…San Sebastiano pensaci tu. San Sebastiano fai ritornare il senno a chi spara sentenze, a chi punta l’indice…”.
Ognuno fa la propria richiesta e già si odono di sera i fragorosi rumori dei botti. I mariglianesi si sono sempre incantati a guardare col naso per aria lo scintillio dei fuochi pirotecnici. Esplosioni che si susseguono a ritmo impeccabile e che sembrano danzare nel buio della sera. E si preparano la lasagna, le polpette e il migliaccio: il nuovo anno si accoglie con goduria del palato. Un tempo la processione era folta e dopo mezzogiorno arrivava sul ponte la statua d’argento portata a spalla, tra odori di castagne al fuoco, cannella e dolciumi.
Donne, mariti e figli al seguito, tutti uniti andavano a sentire la messa celebrata all’aperto e portavano a casa il messaggio di speranza. Un tempo durante l’emergenza rifiuti era l’inquinamento il problema più serio, il triangolo dei veleni, ora a questo si è aggiunto l’emergenza Covid che ci sta mettendo in ginocchio. Salvatore, Pasquale e Cristina, instancabili fedeli che hanno persino curato la parte degli arredi verdi, eliminando quelli secchi ci restituiscono speranza: in fondo chi sta nell’ombra e in disparte ha sempre qualcosa da darci: il proprio cuore.
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