Duro colpo al Clan dei Casalesi, arresti e sequestro da 18 milioni di euro
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NAPOLI – 9 arresti e sequestro complessivo da 18 milioni di euro: è il primo bilancio dell’operazione condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli ed il Nucleo Investigativo della Polizia Penitenziaria. Questa mattina l’esecuzione delle misure cautelari (6 in carcere e 3 ai domiciliari), emesse dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea, tra cui destinatari figurano esponenti di spicco della fazione “Zagaria” – Clan dei Casalesi.
Il sequestro riguarda attività imprenditoriali risultate contigue al clan, con particolare riferimento al controllo monopolistico di settori economici come la distribuzione del pane, e di altri prodotti alimentari, nell’area casertana. Controllo che il clan aveva ottenuto sulle società attraverso metodologie tipicamente mafiose.
Assumono specifica rilevanza nel contesto, Nicola del Villano, 48enne, e Pasquale Fontana, 46enne, entrambi di riconosciuta vicinanza con Michele Zagaria (il primo ne era stato uomo di fiducia e autista; il secondo, cugino per via diretta). Entrambi hanno assunto un ruolo di rilievo nella fazione casalese dopo i conflitti interni.
Questi ultimi organizzavano incontri riservati con altri personaggi contigui al clan, tra cui Gianni Morico (44enne), titolare di un noto gruppo d’imprese operante nella produzione di prodotti da forno, distribuito capillarmente in tutta la provincia, e di un elegante bar sito in S. M. Capua Vetere. Nel corso degli incontri stabilivano in accordo le strategie per gli investimenti della consorteria nel settore immobiliare e commerciale, nonché la divisione dei “ruoli” operativi sul territorio.
In specie, Nicola Del Villano interveniva, su richiesta di Morico, nei confronti di altri appartenenti al clan, facendo valere il suo “carisma camorristico” per comporre conflitti potenziali in settori economici strategici per il conseguimento delle finalità del sodalizio. Pasquale Fontana si occupava invece di indicare luoghi ed obiettivi commerciali dove agire con massicci investimenti, designando persone come formali gestori della attività a lui riconducibili, con i quali assicurare alla compagine continui e consistenti proventi economici.
Ruolo altrettanto decisivo, quello svolto da Mario Maio, 46emme, esponente di spicco del clan Schiavone. Quest’ultimo pianificava insieme a Morico il servizio di smistamento del pane sul territorio di Caserta, interveniva direttamente per imporne l’acquisto dalle imprese controllate dal clan e, infine, concludeva accordi con altre fazioni camorristiche (tra cui la citata di Michele Zagaria) al fine di ripartire le aree del territorio stabilendo modalità strategiche e condivisione degli utili.
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