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Ambiente Nicola Riccio 22 febbraio 2018 15:50 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Dal 2008 il Patto dei Sindaci è il movimento europeo che raggruppa quegli enti locali, e i loro cittadini, che si impegnano a ridurre le emissioni di gas serra e a migliorare l’efficienza energetica attraverso l’implementazione di un Piano d’Azione per l’Energia sostenibile e il Clima
AGRO NOLANO – POMIGLIANESE . Accordi territoriali, mobilità sostenibile e ordinanze specificamente finalizzate alla riduzione degli inquinanti atmosferici nella vasta area che comprende i Comuni di Pomigliano d’Arco, Castello di Cisterna, Mariglianella, Marigliano, Sant’Anastasia, San Vitaliano e Scisciano, ovvero una superficie territoriale questa di 71,08 km2 con una popolazione residente complessiva di 125.867 abitanti.
Al via l’ accordo di programma per le azioni attuative del Patto dei Sindaci, per le attività per il contenimento dell'inquinamento e per l'accesso al "Fondo da ripartire per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese".
In estrema sintesi, la ricetta antinquinamento passa per la realizzazione delle fasi previste dal Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia :
1) Costituzione concertata di banche dati e analisi con la realizzazione di programmi per progettualità integrate finalizzate alla riduzione dell’inquinamento ambientale
2) Intercettare le diverse forme di finanziamento tra cui quelle derivanti dal “Fondo da ripartire per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del paese” di cui alla Legge n. 232 del 2016
Sotto la lente di ingrandimento i responsabili : da un lato, le sorgenti mobili col traffico veicolare e la congestione stradale che – secondo il Patto dei Sindaci - costituiscono i principali responsabili delle emissioni di PM10 e di NOX in atmosfera, dall’altro le sorgenti fisse, che vanno dai grandi impianti produttivi fino agli impianti di riscaldamento domestico.
La soluzione - secondo questo documento - sarebbe quella di adottare stili di vita sostenibili ed ecocompatibili che passano necessariamente attraverso l’adozione di forme di mobilità innovativa nel settore produttivo e di forme di mobilità a basso impatto nel settore del trasporto privato.
Per far ciò, ci sarebbero tutta una serie di finanziamenti da poter intercettare.
L’art. 1, comma 140, della Legge n. 232 del 2016 ha istituito un apposito Fondo da ripartire nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, con una dotazione di 1.900 milioni di euro per l’anno 2017, di 3.150 milioni di euro per l’anno 2018, di 3.500 milioni di euro per l’anno 2019 e di 3.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2032. Esso è destinato ad assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese nei settori di spesa relativi a: a) trasporti, viabilità, mobilità sostenibile, sicurezza stradale, riqualificazione e accessibilità delle stazioni ferroviarie; b) infrastrutture, anche relative alla rete idrica e alle opere di collettamento, fognatura e depurazione; c) ricerca; d) difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche; e) edilizia pubblica, compresa quella scolastica; f) attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni; g) informatizzazione dell'amministrazione giudiziaria; h) prevenzione del rischio sismico; i) investimenti per la riqualificazione urbana e per la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia; l) eliminazione delle barriere architettoniche.
Col DPCM del 31 marzo 2017 sono stati destinati 800 milioni di euro, per il triennio 2017-2019, al finanziamento del cosiddetto “Piano Periferie”.
L’Unione europea fornisce il sostegno finanziario, attraverso vari strumenti, a progetti e programmi nel settore della mobilità sostenibile. Infatti, al fine di creare condizioni di crescita e sviluppo economico intelligente, sostenibile e solidale l’Unione europea ha elaborato la Strategia “Europa 2020” individuando obiettivi e priorità che tra l’altro riguardano il clima, l’energia e l’uso efficiente delle risorse da perseguirsi attraverso interventi di mobilità sostenibile e a basso impatto. Per tali scopi sono a disposizione degli Stati membri strumenti finanziari di gestione indiretta (i Fondi strutturali, Fondo di coesione) e di gestione diretta (i “programmi tematici” o i “programmi comunitari”).
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