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Ambiente Sanità Maria Capasso 09 aprile 2022 23:45 Circa 7 minuti per leggerlo stampa
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BRUSCIANO - “Tutto quello che stiamo vivendo adesso, la malattia, i tumori, sono la conseguenza delle leggerezze perpetrate contro l’ambiente, di tutti i rifiuti tossici sotterrati nelle nostre terre, della terra dei fuochi e delle tante verità che vengono tutt’ora nascoste, dei tanti colpevoli che fanno parte di una politica corrotta”. Una denuncia pesante che suona come un macigno. A scriverla nera su bianco in una pagina di un libro pubblicato postumo è stata Martina Ciliberti, 14enne morta di tumore nel 2018.
“A questi uomini senza coscienza voglio dire grazie per averci riservato un futuro non proprio roseo, grazie per tutte le nottate trascorse tra vomito e nausea, grazie per il rumore assordante della pompa chemioterapica che contribuisce alle notti già insonni, grazie per averci abbandonato ad un destino non scelto da noi ma da voi. Sì da voi perché grazie al Dio denaro ci avete tolto tutto. Che ci rimane la rabbia per i tanti bambini che lottano come me e per quelle mamme che da un momento all’altro vedono i propri figli andare via”.
Legge questo passaggio del libro Stella, sorella di Martina. Commovente l’intervento di Marzia Caccioppoli, mamma del piccolo Antonio De Michele, 10 anni, morto per un tumore raro. Marzia vive e viveva a Casalnuovo. Non ha altri figli e ha trasformato il dolore in forza per combattere. E’ la presidente dell’associazione “Noi genitori” che con don Maurizio Patriciello conduce battaglie infinite per la tutela della salute dei bambini affinché non succeda mai più. “Mi hanno accusata di speculare sulla morte di mio figlio –io non speculo-ma lotto per gli altri bambini…nessuna mamma deve piangere la morte di un figlio nessuna”. E basterebbe la scioccante denuncia dell’angelo Martina per fare scattare subito le indagini e per eseguire le serie correlazioni tra scempio ambientale e mortalità. Chi ha sbagliato dovrebbe pagare e invece pagano gli innocenti.
“Ambiente e salute: quale futuro?”. E’ da troppo tempo che non se ne parlava e che le coscienze si erano assopite, quasi rassegnate al triste destino riservato a chi vive nel triangolo della morte o terra dei fuochi, due etichette pesanti che ci portano nel perimetro nolano, acerrano e mariglianese dove si muore più che altrove e dove l’aspettativa di vita è più bassa. E’ stata l’assessore Monica Cito, giornalista prestata alla politica ad accendere i riflettori sull’argomento. Ha riunito tante voci fuori dal coro e non gestibili per affrontare l’argomento in maniera lucida, a partire dalla sottoscritta.
C’è il dottore Antonio Marfella, definito pazzo per il suo coraggio. Hanno tentato di tutto per distruggergli la carriera, ma Marfella va avanti imperterrito e non le manda a dire. Mette in faccia la realtà in maniera nuda e cruda divulgando dati che non sono suoi, ma che sono scomodi. Marfella non le manda a dire. Dice che la Regione Campania esulta perché la monnezza urbana è diminuita ed è triplicata quella riciclata arrivando ad un milione e 146 mila. Ma il retroscena è che importiamo rifiuti speciali. Le ditte camorristiche entrano nel commercio della monnezza perché si tratta di un affare di 15 miliardi rispetto ai due della monnezza urbana. E diciamo qualche parola anche sulla legge terra dei fuochi…prevede la galera per chi brucia e il paradosso è che adesso i rifiuti bruciano direttamente nei depositi che prendono misteriosamente fuoco e nessuno paga”.
Antonio Marfella, è oncologo al Pascale e presidente Isde medici per l’Ambiente, un combattente, un guerriero che hanno cercato sempre di imbavagliare finanche tentando di fargli perdere il posto di lavoro, a causa delle sue verità snocciolate nude e crude. Vogliono che la gente non sappia e questo non era il contesto giusto per non sapere. Marfella ha scritto un libro “I miei cento passi nella Terra dei fuochi”….e in maniera provocatoria facendo riferimento alle tante porte chiuse ha scritto:”La terra dei fuochi non esiste, così come non esistono le mafie”.
Esistono le favole? No, non esistono le favole, esiste l’inquinamento delle falde acquifere di Agrimonda dove per oltre venti anni hanno percolato le ceneri combuste di anticrittogamici e chimici per l’agricoltura. Tutto intorno c’è il verde, ci sono ville, le arance, è tutto straordinariamente bello eppure si muore. Si muore e ci si avvelena per la falda acquifera contaminata. Esistono le denunce che restano lettera morta in Procura. Esiste il vuoto e l’isolamento per chi coraggiosamente combatte contro le mille coperture a vari livelli. Il primo cittadino Giacomo Romano mostra piena solidarietà nei confronti del professore Marfella:” Marfella ci ha messo la faccia- afferma Romano- e la forza. Contro tutti. Da lunedì inizieremo con gli screening e task force…coinvolgendo tutti i sindaci. Il problema inquinamento è intercomunale. C’è Giuseppe Jossa, sindaco di Marigliano, che purtroppo deve andare via per impegni istituzionali, si spera che ci sia qualche consigliere comunale o il sindaco di Mariglianella Arcangelo Russo, municipalità di competenza diretta di Agrimonda, purtroppo non c’è nessuno.
Si parla tanto di Agrimonda e i politici regionali del territorio che fanno? In aula non c’è nessuno che possa dare delle risposte. Anzi c’è Mary Muscarà, che pur non essendo del posto ha preso a cuore la situazione non lasciando solo Ciro Tufano del Comitato Ambiente e territorio. Tufano è insieme a Raffaele Monda…altra voce libera che su Agrimonda non risparmia critiche. Mary Muscarà denuncia che nessuno in regione vuole sentire parlare di terra dei fuochi …C’è invece il sindaco di Castello di Cisterna Aniello Rega che resta fino alla fine e che si unisce all’appello del parroco don Salvatore Purcaro…facciamo comunità contro gli untori…la comunità di fedeli di Brusciano c’è.
“Mi fanno rabbia – dice Purcaro gli stati di facebook dove di fronte alle morti premature per tumori spesso leggo:” Così doveva andare”….no, non doveva andare così, non è fatalità, è la mano degli inquinatori che hanno attentato l’ambiente”. Gennaro Esposito, neurologo, psichiatra, presidente Isde dei medici per l’Ambiente del Nolano, è il volto storico della lotta per la tutela della salute e del paesaggio di questo territorio martoriato che in passato ha avuto la fortuna di poter contare su un valoroso magistrato, il compianto “Federico Bisceglia che diede corso all’operazione Terra mia”. Federico stava indagando anche sul percorso dei rifiuti nucleari quando misteriosamente trovò la morte in un incidente stradale. Fatalità o caso?
Il medico Esposito fa riferimento ai ben otto sforamenti della centralina di San Vitaliano che ha evidenziato un picco di inquinamento di Pm10 ben oltre il limite. E poi c’è la questione dell’inquinamento da carbonato di calcio a Polvica risultato tre volte superiore. Gennaro Esposito si chiede che fine ha fatto la speciazione delle particelle nell’aria di Polvica di Nola”. Circa il 40 per cento dei rifiuti viene smaltito ogni anno attraverso i roghi incontrollati e questo tipo di inquinamento non viene contemplato nei dati. L’assessore Monica Cito che paga con la salute il suo vivere in terra dei fuochi dice:” Sono stata accusata di strumentalizzare la mia malattia…io che sono stata sempre in prima linea per la difesa del territorio. Sulla salute e l’ambiente non ci dovrebbero essere colori politici, si dovrebbe andare avanti insieme e invece si preferisce seminare odio. Andiamo Avanti”.
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