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Cronaca Loredana Monda 07 novembre 2006 00:05 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
La variante redatta dal docente universitario, l’architetto Pasquale Miano, è stata adottata con delibera n. 56 del 2002, ai tempi del commissario prefettizio Arturo Caccia Perugini. Giacché erano in scadenza le norme di salvaguardia, detta variante al piano regolare generale è stata adottata nuovamente nell’aprile 2005, con il commissario prefettizio Mariolina Goglia.
Sicuramente, la variante in questione, vigente e non superata da altri interventi tecnico - normativi, pone dei paletti rispetto alle questioni edilizie. Ai tempi della presentazione pubblica, che anticipò di poco l’adozione nel 2001, l’architetto, che parlava di un’eccessiva realizzazione di vani negli anni precedenti, contemplava la sola ipotesi del recupero del patrimonio edilizio esistente. A conferma del contenuto della variante, esiste una intervista rilasciata nel gennaio 2002 dal docente universitario al mensile “Il Risveglio”.
Sul recupero degli immobili storici e degli antichi borghi del territorio comunale, l’architetto Miano, all’epoca, affermava: “A Marigliano è necessario allargare il discorso della conservazione agli altri nuclei antichi e agli insediamenti rurali. Per il complesso di queste aree e tenendo conto delle differenze, sarà utile costruire un sistema di norme per la conservazione e il recupero (Ndr. norme di salvaguardia ora vigenti)da attuare soprattutto interventi edilizi diretti. Per le zone che assumono una maggiore complessità dal punto di vista architettonico – urbanistico potranno essere previsti strumenti particolareggiati di attuazione”.
Sollecitato a dire cosa si potesse fare concretamente per tutelare e per valorizzare il patrimonio storico, architettonico, archeologico del territorio aveva, invece, risposto: “Non vi è dubbio che le norme tecniche di attuazione chiare ed efficaci ed un nuovo regolamento edilizio, che abbia il compito di recepire anche tutte le novità legislative degli ultimi mesi, siano strumenti che possono permettere una difesa attiva del patrimonio architettonico, storico ed archeologico della città di Marigliano, evitando fenomeni di degrado e bloccando ogni forma di abusivismi”. All’epoca, l’architetto, con riferimento agli strumenti normativi ed ai programmi da attuare, parlava delle norme di salvaguardia e di strumenti e di risorse messi a disposizione dai Por 2000-2006. Si tratta di risorse e di strumenti che non sembrano
essere stati adeguatamente struttati.
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