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Cronaca Loredana Monda 08 novembre 2006 00:26 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Qualche certezza in campo urbanistico esiste. A fornire qualche chiarimento è
stato il docente universitario, lÂ’architetto Pasquale Miano, che ha redatto la variante
al piano regolatore generale adottata con delibera n. 56 del 2002 ai tempi del
commissario prefettizio Arturo Caccia Perugini e nuovamente adottata nellÂ’aprile 2005
dal commissario prefettizio Mariolina Goglia, quando le norme di salvaguardia,
automaticamente scattate, erano quasi in scadenza.
Vero è che la città abbisognerebbe di un nuovo piano regolatore (o del piano
urbanistico comunale) e di un nuovo regolamento edilizio (visto che lo strumento
esistente è datato 1971). E’ altrettanto vero, però, che sono pienamente vigenti la
variante dellÂ’architetto Miano e le norme di salvaguardia automaticamente scattate con
lÂ’adozione, che senza ombra di dubbio pongono dei paletti, pur rimandando ad una
disciplina più compiuta (quando esiste) in presenza di casi pratici.
Tali dati
di fatti implicano che siano tenute in debita considerazione le indicazione fornite
dalla variante, redatta tenendo conto sia del piano regolatore del 1990 sia di quello
del 1994 e prestando attenzione a tutte le normative susseguenti.
LÂ’architetto Pasquale Miano ha spiegato che con la variante ha indicato due
tipologie di interventi, una di natura conservativa, lÂ’altra di natura ristrutturativa.
Gli interventi conservativi riguardavano gli immobili siti nel centro storico e nei
borghi antichi, mentre quelli ristrutturativi le altre aree. “Sui grafici sono
visibili – ha affermato il docente universitario – colori diversi, corrispondenti
a zone diverse, che in tal modo sono di facile identificazione”.
In
effetti, ricordiamo qualche grafico mostrato attraverso lÂ’utilizzo di supporti
tecnologici mostrato ai tempi dellÂ’illustrazione in pubblico della variante. Gli
interventi conservativi escludevano la possibilità dell’abbattimento, che anche in zone
diverse dal centro storico, come conferma lÂ’architetto ora, doveva essere la soluzione
ultima ed ineluttabile, prevedendo, però, una ricostruzione senza aumenti di volumetria
e stravolgimento delle strutture.
Altre indicazioni fornite dalla
variante riguardano la realizzazione dei sottotetti (oggi al centro di indagini della
magistratura nolana), che come riafferma il docente universitario non erano previsti nel
centro storico e nei borghi antichi.
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