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Cronaca Loredana Monda 20 novembre 2006 00:50 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
A Giuseppe Castaldo, trentasette anni, detto o’ commerciante è stata comminata una pena di un anno e quattro mesi. Un collegio a composizione monocratica del tribunale di Nola l’ha, infatti, ritenuto colpevole del reato di violazione degli obblighi imposti dalla sorveglianza speciale. L’ha, così, condannato.
Giuseppe Castaldo, ritenuto dalle forze dell’ordine il nuovo reggente dell’organizzazione dei “Capasso” operante su Marigliano e sui territori limitrofi, in contrapposizione con i referenti di zona dei clan “Mazzarella” e “Sarno”, che nella fattispecie aveva violato l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza è stato processato, infatti, l’altro giorno con rito direttissimo, dopo essere stato arrestato in Via Cimitero a Mariglianella, ai margini del quartiere 219 di Marigliano, dai militari dell’Arma della stazione di Brusciano agli ordini del maresciallo Raffaele Di Donato, nell’ambito di un servizio straordinario di controllo del territorio predisposto e coordinato dal nuovo comandante della Compagnia di Castello di Cisterna, il capitano Orazio Ianniello.
Quando è stato intercettato dai militari dell’Arma pare che l’uomo fosse, tra l’altro, in compagnia di un altro soggetto ritenuto già noto alle forze dell’ordine. Castaldo era stato arrestato l’ultima volta l’8 agosto 2006 dai carabinieri do Castello di Cisterna. Era rimasto in carcere per poco. Era stato, infatti, rimesso in libertà nell’arco di poche ore. L’uomo era stato rintracciato ed ammanettato a conclusione di un’attività d’indagine su un’aggressione ed un attentato che agli uomini della Benemerita risultava datato 7 luglio 2006, perpetrato a danno di alcuni familiari di personaggi ritenuti vicini all’organizzazione dei “Mazzarella”.
A carico dell’uomo erano state formulate le accuse di tentato omicidio, di lesioni, di porto e di detenzione di arma da fuoco. Il giudice per le indagini preliminari non aveva, però, operato la convalida del fermo. Castaldo era, quindi, stato rimesso in libertà , pur risultando deferito alla magistratura. Il trentasettenne, assistito da un legale di fiducia, si era avvantaggiato di una tesi differente da quella sostenuta dai carabinieri. Alquanto movimentata la vita di Castaldo, spesa tra libertà , carcerazione e latitanza. La prima memorabile latitanza risale al dicembre 2002.
E’ stata breve: il mese seguente l’uomo è stato, infatti, localizzato ed arrestato dai carabinieri di Castello di Cisterna in un casale abbandonato in località Ponte dei Cani, nella frazione di Lausdomini di Marigliano. Aveva anche una calibro
38 special nella cintola dei pantaloni. E’ stato, quindi, in carcere, per tornare nella sua città qualche tempo dopo con l’obbligo di firma, per ridarsi alla latitanza, riuscendo a sottrarsi anche all’esecuzione di un’ordinanza scaturita dall’emissione di una sentenza di condanna del 16 marzo 2006 del Tribunale di Nola a sette anni di reclusione. E’ stato, tuttavia, fermato ed arrestato dai carabinieri a Forcella, l’8 aprile 2006, per ritornare libero pochi mesi dopo.
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