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Cronaca Loredana Monda 06 dicembre 2006 00:08 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
E' noto che la Procura della Repubblica di Nola abbia avviato indagini sulla realizzazione dei sottotetti sul
territorio cittadino. Fino ad ora sono stati raccolti, sull'argomento o sulle questioni edilizie in genere, i
punti di vista dell' ing. Capo del Comune di Marigliano e quello del capo della Procura della Repubblica di
Nola; ma , soprattutto, quello dell'architetto Pasquale Miano che ha lavorato all'ultima variante adottata
dal Comune che ha fatto, tra l'altro, scattare le norme di salvaguardia attualmente vigenti. Anche
l'onorevole Paolo Russo ha espresso la sua opinione evidenziando che gli accertamenti finiscono con avere
ripercussioni non sulle lobby del cemento, ma su singole famiglie che costruiscono per uso personale e non
per speculazione.
Noi aggiungiamo, che a giudicare dai fatti che ci apprestiamo a riportare proponendo questa volta il punto di
vista di un singolo cittadino, gli accertamenti in corso finiscono con il colpire anche persone del tutto in
buona fede, spostando l'obbiettivo da coloro che potrebbero, di contro, avere qualche responsabilità . Ci
rendiamo, conto, dalla storia che pubblichiamo che sia mortificante per un cittadino cercare di muoversi
nella legalità , ritrovandosi indagato, senza sapere bene per quale
motivo, dopo aver agito in perfetta buona fede.
La signora Maddalena E. ci accoglie nella sua abitazione. La signora mostra tutte le regolari
documentazioni. Abbiamo, infatti, notato fuori casa una tabella. Abbiano notato un sottotetto allo stato
grezzo, visibilmente non abitabile. All'insegnante abbiamo chiesto se il suo sottotetto è annoverato tra
quelli sottoposti a sequestro. La signora ha risposto affermativamente.
Il sequestro è stato
operato dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato, coordinati dal pubblico ministero Maria Cristina
Amoroso, e convalidato dal giudice per le indagini preliminari Aldo Polizzi. Comprenderebbe l'atto di
sequestro se avesse commesso un illecito, se norme e procedure non fossero state rispettate. Non riesce a
trovare, invece, una spiegazione plausibile. Carte alla mano ricostruisce l'intera vicenda. Precisa, però, di
essere stata costretta a tenere nascosta l'apposizione di sigilli al padre, anziano e sofferente,
cofirmatario della richiesta di permesso a costruire inoltrata al Comune in qualità di usufruttuario,
attualmente definito come lei "indagato".
La signora
spiega: "Negli ultimi dieci anni, abbiamo inoltrato tre permessi a costruire sull'abitazione in cui
siamo in questo momento. Certe richieste era finalizzate solo a soddisfare esigenze familiari non certo a
speculazioni edilizia. Due richieste non sono state
accolte: la prima chiedeva l'autorizzazione a realizzare un appartamento, la seconda un sottotetto.
Abbiamo atteso. Ci siamo accontentati di chiedere il permesso per un sottotetto non abitabile. L'atto è stato
prodotto nel settembre 2004. Il Comune ha risposto dopo molto tempo autorizzando (pratica n. 21) la
costruzione nel febbraio 2006. Per questioni strettamente familiari, i lavori sono stati avviati a settembre.
Più o meno un mese dopo, sono stati bloccati".
A casa della signora Maddalena si sono
recati, ad ora di pranzo del 13 ottobre scorso, personale della Procura, della Forestale, della Polizia
Municipale, del Comune. Sulla richiesta autorizzata dall'ente locale c'era scritto il sottotetto non
abitabile avrebbe avuto un minimo alla gronda di 1,85 ml e un massimo al colmo di 2.85 ml.
Una progetto pienamente rispettato, come si evince dagli stessi verbali di sequestro preventivo dove sono
indicate le stesse misure, non ci sono riferimenti a reati e si legge "in conformità al permesso a
costruire".
Si aggiunga che, nonostante nel successivo atto di convalida firmato dal giudice
per le indagini preliminari relativamente al sequestro è scritto anche "urgente necessità di impedire la
protrazione dei reati accertati, l'aggravamento delle loro conseguenze e la commissione di altri reati,
mancano parti che facciano quanto meno intravedere, tra le citazioni giurisprudenziali, una formulazione di
reato a carico dell'insegnante e di suo padre.
"Sono un cittadino.
Non ho competenze tecniche. Se chiedo formalmente il permesso di costruire - afferma rammaricata la
signora
- qualcun altro, competente in materia e preposto a dare risposta, se posso o se non posso realizzare ciò
che ho progettato".
La buona fede della signora emerge con chiarezza nel momento in cui si
legge che quanto realizzato è in conformità con le autorizzazioni e con la legge, ma soprattutto quando si
tiene conto che ciò che non è stato autorizzato in passato non è mai stato realizzato. Alla beffa si aggiunge
il danno,la costruzione allo stato grezzo, nella quale nessuno può accedere, ha generato infiltrazioni
d'acqua attraverso il soffitto e il camino, da cui quando piove arrivano
vere e proprie grondate.
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