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Cronaca Loredana Monda 21 dicembre 2006 23:01 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
Non era in città quando il sito di
stoccaggio dei rifiuti, progettato e realizzato
nell'area del piano degli insediamenti produttivi è
stato realizzato, ma risulta, comunque, iscritto nel
registro degli indagati.
Il sindaco Felice Esposito Corcione, ora custode
giudiziario del sito, ammette d'essere stato chiamato
in causa per le ordinanze firmate. Si evinceva,
d'altra parte, dall'ordinanza di convalida del sito
emessa dal giudice per le indagini preliminari presso
il Tribunale di Nola, Ulmo.
Spiega:"Qualche errore è stato commesso". A suo
avviso, l'umido non doveva essere depositato nel sito
di stoccaggio neppure avvalendosi delle indicazione
del commissariato di governo per l'emergenza rifiuti
che concedeva di fruirne per sette giorni.
Asserisce:
<B>"Era necessario avere le autorizzazioni dell'Asl Na4 e
dell'Arpac. Sarebbe stato più opportuno contattare
l'azienda sanitaria e l'agenzia regionale per
l'ambiente. Forti delle caratteristiche del sito,
totalmente impermeabilizzato, dovevano essere chieste
le autorizzazioni non solo per il secco, ma anche per
l'umido. Non è stato fatto".
Poi, il primo cittadino ammette: "Nell'ordinanze che
ho firmato si diceva che l'immondizia dovesse essere
depositata in cassoni a tenuta stagna. E' emerso dagli
accertamenti condotti che i cassoni utilizzati non
erano a tenuta stagna".
Il capo dell'esecutivo ammette, infine, che la
magistratura ha acquisito tutte le documentazioni
inerenti l'intera gestione del servizio d'igiene
urbana.
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