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Cronaca Loredana Monda 02 febbraio 2007 00:06 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Palazzo Terracciano:
parla un proprietario. Nella mattinata di ieri, dopo
un nuovo esposto del Comitato Pro Borgo, presso
l'immobile, ubicato nella frazione di Lausdomini, si è
recato personale dell'ufficio tecnico comunale e della
polizia municipale.
È stato effettuato un
sopralluogo. Sono stati condotti a termine
accertamenti sulla conformità al permesso a costruire
dello stato dei luoghi. "Credo che coloro che sono
intervenuti per i controlli siano alle prese con la
stesura delle relazioni pertinenti agli accertamenti.
Anche questa volta, non sono state, comunque, rilevate
difformità . Da quando abbiamo acquistato l'immobile,
attratti proprio dalle sue caratteristiche rustiche e
senza intenti speculatori -
spiega Domenico D'Amico,
proprietario del Palazzo Terracciano, congiuntamente
ad un amico e compagno di lavoro titolare di
un'impresa edile - ed abbiamo dato avvio alla
ristrutturazione, i lavori sono stati ripetutamente
bloccati. I ritardi nel riassetto di uno stabile che,
inizialmente doveva diventare la mia abitazione, mi
hanno costretto anche a posticipare la data del mio
matrimonio. A questo punto, stiamo vagliando l'ipotesi
di adire le vie legali per porre fine ad una querelle
che si trascina da anni, in un contesto in cui si
perpetrano reali abusi che passano sotto silenzio".
Domenico D'Amico ricostruisce, poi, tutto ciò che è
accaduto nel tempo. Spiega che più o meno tra il
2002 ed il 2003 era stata presentata al Comune di
Marigliano una Dia. Dopo aver richiesto delle
integrazioni di documenti e dopo aver preso in
considerazione la pratica l'ente locale aveva
consentito la ristrutturazione. Dopo prime
segnalazioni ed esposti, l'ente locale era intervenuto
bloccando i lavori.
Nel frattempo, anche la
sovrintendenza era entrata in scena nel 2004 con
sopraluoghi, affermando, però, l'inesistenza di avvio
di procedure di vincolo per il Palazzo Terracciano,
con un atto emesso solo due o tre mesi fa, dopo anni
in attesa di risposte. Intanto, i proprietari
dell'immobile aveva fatto ricorso al Tar. Il pronunciamento
del Tribunale amministrativo regionale, aveva
consentito loro di riprendere i lavori.
Palazzo
Terracciano è rimasto, però, sotto i riflettori,
incappando anche nei controlli di ieri, che hanno
spinto i diretti interessati, per l'appunto, a
vagliare l'ipotesi di adire le vie legali pur di
riuscire a portare a termine, senza ulteriori
turbative, i lavoro di ristrutturazione. "Abbiamo
fatto di tutto per evitare contrasti e per non essere
additati per quello che non siamo, vale a dire
speculatori. Abbiamo persino affisso fuori al palazzo
- ha affermato Domenico D'Amico - un cartellone enorme
rendendo noto che l'immobile non è assoggettato a
vincoli. Non è servito".
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