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Cronaca Loredana Monda 13 marzo 2007 00:18 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Un contenzioso che si
trascina da anni. Un giudizio importante, non fosse
altro che per le pretese avanzate nei confronti del
Comune, che se dovesse soccombere si ritroverebbe
nella condizione di dover pagare oltre i quattro
miliardi del vecchio conio.
Si tratta del contenzioso
tra la Geseco e l'Ente locale. La predetta società ,
operante nel campo del censimento tributario,
aggiudicataria di una gara espletata alla fine del
1999, avrebbe dovuto occuparsi del monitoraggio dei
pagamenti dovuti dai cittadini relativamente a ici,
tarsu, tosap, iacip, lampade votive, fino a recuperare
il 70% dei crediti vantati dal Comune.
Erano i
tempi dell'Amministrazione guidata dal sindaco Rocco
Roberto Caccavale. Avrebbe, quindi, dovuto effettuare
un monitoraggio degli immobili presenti sul territorio
e delle condizioni dei medesimi. Avrebbe dovuto fare
tutto in tempi brevi. Sostanzialmente, due gli scopi
del Comune, secondo la Geseco: scongiurare l'imminente
prescrizione delle annualità ici non riscosse dai
contribuenti e fare il punto sulla quantità di
soggetti obbligati al pagamento delle imposte
comunali, predisponendo una banca dati che rendesse
più agevole il servizio di riscossione.
Il discorso
non era diverso, secondo l'autore del giudizio,
relativamente ad altre imposte. Dopo la
formalizzazione del contratto, stando a quando
sostiene nella citazione la Geseco, la società ha
avviato ed ha portato a termine una parte del lavoro.
I problemi sono sorti quando ha chiesto al Comune
ulteriori dati per l'individuazione degli evasori.
Preoccupata dalla scarsezza dei dati raccolti, la
società a responsabilità limitata ha chiesto ed
ottenuto un incontro con alcuni responsabili di
settore dell'Ente locale. Dopo la riunione in sette
giorni, la Geseco avrebbe dovuto ricevere dal Comune i
dati relativi a tarsu, acqua, tosap. Gli accordi sono
risultati belle intenzioni.
A dimostrazione di ciò,
nel ricorso è citata una nota del responsabile del
settore finanziario di sollecito a quello dell'Ufficio
Tecnico comunale. Una prima risposta da parte dell'Ut
arriva nell'aprile 2001. Era trascorso circa un anno e
mezzo dall'inizio della vicenda. Nell'arco del 2000,
la Geseco era stata, già , costretta a produrre atti
formali contro il Comune per le inadempienze dal suo
punto di vista rilevate, visto che era stata nel frattempo
liquidata per scadenza del contratto, che da atti
scritti, secondo quando sostiene in giudizio,
coincideva con il giorno di cessione dei dati come da
verbale di consegna, non con quello indicato dall'Ente
locale.
A quando detto, si aggiunga che da un certo
momento in poi, stando a quanto sostiene, la societÃ
il Comune non ha versato regolarmente gli emolumenti
dovuti. In questi anni, la questione non è stata
risolta investendo l'Amministrazione di centrosinistra
guidata dal sindaco Caccavale, la gestione
commissariale del vice prefetto Arturo Caccia
Perugini, l'Amministrazione di centrodestra guidata
dal sindaco Michele Nappi, la gestione commissariale
del vice prefetto Mariolina Goglia e l'attuale
Amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco
Felice Esposito Corcione, costretta ad un nuovo
affidamento di incarico legale ai fini della
costituzione in giudizio. E se il Comune soccombesse?
Sarebbe costretto a pagare oltre due milioni di euro
di inadempimento e liquidazione delle spese
processuali.
Il denaro dovrebbe uscire dalla casse
comunali, rimpinguate dai cittadini onesti che non
evadono il pagamento delle tasse, che, dopo alcune
scelte di politica economica del governo nazionale
negli anni, temono gli aumenti, peraltro già visti sul
territorio a metà del 2006 in particolare con la
tarsu."E io pago!". Direbbe il principe Antonio De
Curtis, in arte Totò.
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