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Cronaca Loredana Monda 14 dicembre 2007 23:07 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Sono studenti. Sono
minorenni. Avrebbero dovuto impiegare il loro tempo
sui libri, rafforzando le loro conoscenze culturali,
nell'ottica della costruzione di un futuro sociale,
economico, lavorativo, più solido, più agevolmente
realizzabile, nella consapevolezza di quanto sia oggi
difficile raggiungere una stabilità umana e
occupazione.
Avrebbero dovuto impiegare il restante
tempo, quello libero, in svaghi consoni alla loro età .
Non è stato così. Un diciassettenne e un
quattordicenne avrebbero, infatti, scelto di
abbandonarsi ad una vita più sregolata, forse alla
ricerca di brividi, che ritenevano una quotidiana,
tranquilla routine non potesse assicurare. Avrebbero,
quindi, compiuto azioni da rilevanza penale, non
passate inosservate, perché l'uomo, per sua natura,
non è invincibile. Ha limiti. Il delitto perfetto non
esiste. Non può esistere, per non negare giustizia
alle vittime.
I due minorenni hanno dovuto
confrontarsi con le responsabilità derivanti dagli
atti illeciti compiuti. Pesanti le accuse, formulate
per entrambi, riportate in un'ordinanza di custodia
cautelare, emessa dal Tribunale per i minorenni di
Napoli, di cui erano destinatari, eseguita dai
carabinieri del territorio, coordinati dalla Compagnia
di Nola, al comando del capitano Gianluca Piasentin. I
due minorenni ritenuti responsabili di rapina, ma
ancor peggio di violenza sessuale continuata. Stando a
pregresse indagini, avrebbe fatto oggetto di
attenzioni morbose una ragazza di venti anni. I fatti
risalirebbero ad inizio novembre scorso.
Il
diciassettenne e il quattordicenne, che frequentano un
istituto superiore di Nola, provenienti da locali
famiglie umili, ma oneste, conoscevano di vista la
vittima che sarebbe stata fermata sul corso
principale, mentre era in compagnia di amici, che, nel
frattempo si sarebbero, però, allontanati. Con minacce
e percosse, i due ragazzi avrebbero costretto la
ventenne a consegnare un pacchetto di sigarette: da
qui la contestazione da parte del giudice minorile del
reato di rapina. Si sarebbero, quindi, allontanati.
Avrebbero avvicinato nuovamente la vittima in altro
luogo, a distanza di poco tempo.
Con minacce,
avrebbero, quindi, costretto la ventenne a seguirli in
una toilette della stazione della Circumvesuviana,
dove si sarebbe consumata la violenza sessuale. Oramai
libera, la ragazza si sarebbe subito rivolta ai
carabinieri, che, a seguito dell'esito di una visita
medica che avrebbe offerto prime conferme al racconto
della vittima, avrebbero inoltrato una denuncia
all'autorità giudiziaria. Un riconoscimento da parte
della ventenne, alcune testimonianze e altri riscontri
avrebbero condotto, infine, all'emissione del
provvedimento a carico dei minori, che ha portato il
diciassettenne a Nisida e il quattordicenne ad Airola.
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