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Cronaca Loredana Monda 03 marzo 2008 02:27 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Un uomo e una donna sono stati arrestati dai carabinieri del Reparto Territoriale di Castello di Cisterna al comando del tenente - colonnello Antonio Iannece. Sono di Marigliano. Sono ritenuti vicini all'organizzazione dei "Capasso", un tempo retta dallo "sfaldista", ora praticamente sotto il controllo del "commerciante".
A saldare il conto con la giustizia, sulla scorta di una sentenza di condanna emessa, a seguito di patteggiamento, dal giudice per l'udienza preliminare presso il Tribunale di Napoli, in data 28 febbraio 2008, la quarantenne Teresa Amato e il quarantacinquenne Antonio Ipnotico: devono rispettivamente scontare due anni e due anni e quattro mesi di reclusione, in quanto ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento personale con l'aggravante dell'art. 7 della Legge 203/91, per aver agevolato la latitanza di Antonio Capasso, poi arrestato, a Saviano, alle prime luci dell'alba del 28 novembre 2004, dai carabinieri del nucleo operativo del Gruppo di Castello di Cisterna coordinati dal maggiore Fabio Cagnazzo: l'uomo era stato colpito da una condanna all'ergastolo in quanto ritenuto colpevole del reato di omicidio.
Capasso era latitante dal dicembre del 2002, e, in occasione del suo arresto, i militari dell'Arma avevano arrestato anche la persona che gli aveva dato ospitalità , sequestrando all'interno della sua abitazione due pistole prive di matricola e numerose cartucce. Nel corso della stessa udienza del 28 febbraio, un'altra persona è stata condannata. Si tratta del quarantenne Gennaro Nappi: deve espiare tre anni e quattro mesi di reclusione, per procurata inosservanza della pena, per aver aiutato a sottrarsi alla cattura i boss della camorra Pasquale e Salvatore Russo, capi dell'omonimo sodalizio operante nell'agro nolano, inseriti nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi in ambito nazionale.
Si ricordi che i condannati Ipnotico e Nappi era stati già arrestati nel maggio 2007 in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, che ha raggiunto 90 persone, a seguito di una più ampia attività d'indagine svolta dai carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna e dalla Sezione anticrimine di Napoli coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dott.ssa Simona Di Monte e Dott. Giuseppe Borrelli), finalizzata alla disarticolazione di cinque organizzazioni camorristiche operanti nel nolano.
I carabinieri possono essere soddisfatti per l'esito di procedimenti giudiziari scaturiti da loro pregresse attività di indagini. Non si crogiolano per i buoni risultati conseguiti e vanno avanti, sia con attività straordinarie, sia ordinarie. Nell'ambito di servizi di routine, si inquadrano alcuni arrestati operati, nelle ultime ore, dai militari dell'Arma della Compagnia di Castello di Cisterna al comando del tenente Angelo Basile. A Mariglianella, tre persone sono state fermate, dai carabinieri agli ordini del maresciallo Raffaele Di Donato, per tentato furto aggravato in concorso. A finire in manette, in flagranza di reato, i fratelli Maurizio, Ciro e Antonio De Lucia, rispettivamente di 27, di 28 e di 32 anni, il primo residente a Pomigliano, gli altri a Brusciano, tutti già noti alle forze dell'ordine.
I militari dell'Arma hanno sorpreso e bloccato i tre uomini nei locali di un ex vivaio di Via Quasimodo a Mariglianella, mentre, con arnesi atti allo scasso, tentavano di rubare termosifoni, vasi di terracotta e di vetro, varie attrezzature. La refurtiva, del valore di 3.500 euro, e' stata recuperata e è stata restituita all'avente diritto. I tre fratelli sono stati trattenuti in camera di sicurezza in attesa del rito direttissimo al Tribunale di Nola. A Pomigliano d'Arco, un uomo è stato, invece, denunciato, in stato di libertà , all'autorità giudiziaria, per usurpazione di titoli.
A deferirlo alla magistratura i carabinieri agli ordini del maresciallo Murano. A doversi difendere dall'accusa formulata a suo carico, un sessantatreenne di Sarajevo, domiciliato in un campo nomadi della zona, ritenuto già noto alle forze dell'ordine. I militari dell'Arma hanno notato e hanno bloccato l'uomo, che si era vestito da sacerdote, mentre chiedeva del denaro ai passanti in Via Roma, sostenendo di doverli devolvere in beneficenza. L'abito talare utilizzato dal sessantatreenne e' stato sottoposto a sequestro.
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