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Cronaca Loredana Monda 24 aprile 2008 23:29 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
Ha chiamato il 112, affermando di aver ucciso la
madre. Era una bufala. All'arrivo dei carabinieri li
ha aggrediti. E' finito, così, in manette il
quarantunenne Antonio Esposito, di Cimitile, già noto
alle forze dell'ordine.
Ad arrestarlo i carabinieri
della stazione di Cimatile nell'ambito di attivitÃ
coordinate dalla Compagnia di Nola al comando del
tenente Pietro Calamusa. L'uomo è stato trattenuto in
camera di sicurezza in attesa della celebrazione del
rito direttissimo al Tribunale di Nola. A suo carico,
infatti, formulate le accuse di lesioni personali, di
minaccia e di resistenza a pubblico ufficiale. Tutto
inizia con l'arrivo di una telefonata alla centrale
operativa dell'Arma.
Il quarantunenne riferisce ad un
operatore di aver ucciso la madre. La segnalazione è
smistata ai carabinieri del territorio che
tempestivamente intervengono, constatando
l'infondatezza della notizia fornita dall'uomo, che di
fronte alla realtà dei fatti, alla vista dei militari
dell'Arma, non ha, tuttavia, esitato a prenderli a
calci e pugni senza motivo.
Il suo contegno ha portato
all'arresto, per l'appunto con le accuse di lesioni
personali, di minaccia e di resistenza a pubblico
ufficiale. Alcuni carabinieri sono ricorsi a cure
mediche: hanno riportato varie lesioni giudicate
guaribili in tre giorni.
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