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Cronaca Loredana Monda 29 gennaio 2009 07:16 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
CASALNUOVO - E’ stato arrestato anche l’ultimo presunto omicida del commerciante sessantaduenne Raffaele Manna, reo solo di aver reagito ad una rapina a mano armata. In manette è finito il trentaseienne napoletano Massimo Varlese. Secondo la ricostruzione dei fatti operata dagli inquirenti, avrebbe esploso lui i colpi di pistola che sono costati la vita al negoziante. Sono state formulate, a sua carico, le accuse di rapina e di omicidio in concorso, nonché di detenzione e di porto di arma comune da sparo. L’uomo è stato bloccato, nella giornata di ieri, dai carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, agli ordini del generale Gaetano Maruccia.
E’ uno di quattro componenti del commando, entrato in azione nella prima serata dell’1 dicembre 2008, a Casalnuovo. In poco tempo il cerchio si è chiuso intorno a quelli che sono stati considerati i responsabili di una rapina finita nel sangue, che è fruttata agli autori appena 200 euro. Il giorno seguente il fatto di cronaca, a conclusione di serrate attività d’investigazione e di ricerca, gli uomini del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna, agli ordini del Maggiore Fabio Cagnazzo e coordinati dal Tenente – Colonnello Antonio Jannece, hanno ammanettato il ventinovenne Gennaro Apollo di Ponticelli (con qualche legame di parentela con i Sarno operanti al rione De Gasperi).
Scattato il fermo per l’uomo, a seguito di una perquisizione domiciliare, i militari dell’Arma hanno rinvenuto nel garage della sua abitazione un ciclomotore, Honda SH 300, utilizzato per la rapina, una parte della targa del quale era stata rilevata e segnalata da alcuni testimoni. Poco più di un mese e mezzo dopo, in data 23 gennaio 2009, a conclusione di ulteriori indagini finalizzate all’identificazione e alla localizzazione degli altri tre componenti del commando, gli stessi carabinieri di Castello di Cisterna sottoposero ad un fermo di indiziato di delitto, sempre per rapina e per omicidio in concorso, poi convalidato dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Nola, il ventenne Diego Solla e il trentenne Antonio Caiazzo, entrambi di Napoli. Ora è stato assicurato alla giustizia anche Massimo Varlese, tradotto al carcere di Regina Coeli a Roma.
L’attività investigativa, tutta coordinata dalla Procura della Repubblica di Nola capeggiata da magistrato Paolo Mancuso, ha evidenziato che proprio l’ultimo arrestato avrebbe materialmente esploso i tre colpi d’arma da fuoco, fatali per Raffaele Manna. Massimo Varlese, ricercato da settimane era stato localizzato nella zona Appio-Latino-San Giovanni di Roma. Le ricerche serrate, fondate soprattutto su servizi di osservazione e di pedinamento, gli hanno fatto sentire il fiato sul collo, tanto che egli ha deciso di costituirsi. Si è consegnato agli uomini del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Roma. I carabinieri della capitale hanno contattato i loro colleghi napoletani. All’uomo è stato così notificato il decreto di fermo. Raffaele Manna è stato ucciso, tra le 20 e le 20 e 30, dell’1 dicembre 2008.
Quasi in chiusura, nel suo negozio di mangimi di Via Filichito, è stato raggiunto da quattro uomini. Armati, gli hanno intimato di consegnare l’incasso della giornata, che ammontava ad appena 200 euro. Spiazzando, non solo i rapinatori, anche i figli, l’uomo, stanco di subire rapine, ha reagito. Afferrato un bastone da sotto il bancone, ha colpito un malvivente. Quel ferimento è servito a far identificare i rapinatori. Ma un complice (sembrerebbe Varlese) di fronte a quella reazione non ha esitato a sparare tre colpi, prima di darsi alla fuga con i suoi “compagni di merenda”. A niente è servita la corsa all’ospedale “Apicella” di Pollena Trocchia, l’uomo è deceduto quasi subito.
Da "Metropolis"
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