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Cronaca Loredana Monda 28 febbraio 2009 23:46 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
CICCIANO – Un altro caso di abuso sessuale su minore. Un’altra giovane vita che porterà con se i segni della violenza, incancellabili, impressi a fuoco nell’anima. Un’unica fortuna per la piccola vittima: tutto è venuto a galla, il suo violentatore è stato arrestato. E’ rinchiuso, ora, in quel carcere di Poggioreale, dove da sempre si guardano con disprezzo quelli che toccano i minori spezzando per sempre la loro ingenuità.
Siamo a Cicciano, la cittadina che anni fa è stata fortemente scossa dal caso del piccolo Silvestro Delle Cava, adescato, abusato, ucciso e rinchiuso in una valigia, ritrovata, con resti, solo dopo un decennio, per caso, in un’abitazione di Roccarainola. La squallida vicenda si è consumata in un contesto di degrado. Il ventottenne Aniello G., di San Gennaro Vesuviano, ha approfittato della momentanea assenza dei genitori della sua vittima un bambino rumeno di soli otto anni. Mamma e papà, con attività lavorative ambulanti, erano fuori. Da abitudine, anche il 23 febbraio scorso, avevano lasciato il bambino con una sorellina di poco più grande in un cortile condominiale per un’intera giornata. I due coniugi erano sicuri che, come sempre, i vicini avrebbero dato uno sguardo ai piccoli.
In quelle ore, solo un adulto era in quel luogo: il ventottenne. Il giovane ha avvicinato il bambino e ha compiuto su lui atti sessuali violenti, in presenza della sorellina. Probabilmente, sperava nel silenzio della vittima. Tanto orrore è stato, tuttavia, scoperto. Hanno indagato i carabinieri del maresciallo Amoruso, coordinati dalla Compagnia di Nola del Capitano Gianluca Piasentin e dalla Procura della Repubblica di Nola del dottor Paolo Mancuso. Hanno raccolto, con l’ausilio di accurati presidi psicologici, sia le dichiarazioni della parte offesa sia quelle di testimoni anch’essi minori, nonché altri elementi probatori, sui quali sono in corso ulteriori accertamenti.
Il prosieguo delle indagini consentirà di verificare se, come da alcuni spunti appare verosimile, la violenza descritta non sia che l’ultimo episodio frutto di una condotta violenza del ventottenne protratta nel tempo, che, seppur potenzialmente nota a più persone, non era mai stata denunciata e non aveva creato i presupposti affinché i genitori del piccolo corressero ai ripari. Sta di fatto, che per ora, è scattato un fermo di polizia per il ventottenne che è stato eseguito ieri dagli stessi carabinieri di Cicciano, con il quale l’uomo è finito, per fortuna in carcere. Al di là delle età, del sesso e della nazionalità delle vittime e dei carnefici, storie come queste dovrebbero far riflettere sulla dilagante violenza di cui è preda la nostra società, che il prodotto di una cultura distorta, che non privilegia l’amore per le arti, la logica, il confronto e il dialogo, la cortesia, la meritocrazia, ma l’ignoranza, la volgarità, la superbia, la cattiva educazione e via dicendo.
Dire anche solo “buongiorno” a qualcun altro, rispondere con cortesia, evitare di mentire, ricercare una soluzione dialettica, esprime un rispetto per l’altro, in quanto persona. La perdita di valori di una società come la nostra non è esplicitata solo dai casi eclatanti di violenza, siano su adulti o su minori, ma da un’arroganza di comportamento quotidiano di ognuno di noi. Poi, un altro dato su cui riflettere. Probabilmente l’Italia ha un problema da risolvere sul versante dell’immigrazione, perché tanti stranieri che giungono qui alla ricerca di un’esistenza migliore, finiscono per delinquere, spinti dallo stato di necessità e da un rifiuto totale degli altri. Rispetto a condizioni di degrado, però, essere italiani o stranieri non importa: certe condizioni posso imbruttire chiunque, a prescindere dalle differenze di razza e di colore. In questo caso non è uno straniero che ha infierito su un italiano: però la violenza è violenza, non è meno brutale.
Esiste anche un problema di emergenza politica, laddove si continua ad agire con metodi arroganti, di scambio, culturalmente camorristici. Chi pratica la politica agendo con scarso rispetto dell’altro non può essere un esempio positivo per i cittadini, non può lanciare un messaggio positivo. Esiste un’emergenza politica anche laddove si antepone sempre l’interesse personalistico a quello collettivistico. Esiste, infine, un’emergenza politica laddove poco o niente si produce nell’ottica di raccolta di dati, da cui partire per trovare una soluzione. Mi chiedo, pure in piccolo, quanti comuni abbiano il polso della situazione anche rispetto ai casi di degrado e alla presenza di immigrati sui loro territori? Come si può trovare soluzioni, come si può cambiare la società con l’ignoranza e la scarsa propensione ad osservare con disincanto la realtà e ad ascoltare gli altri?
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