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Cronaca Loredana Monda 05 marzo 2009 07:28 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO – Ha preso una valigia, una coperta, pacchi di pasta e conserve. Intorno alle 11 è arrivato al Palazzo Municipale, con tanto di moglie e di cane a seguito. Ha approfittato di un momento di confusione, dovuto ai festeggiamenti per un pensionamento, per farsi strada all’interno del Comune. E’ salito al secondo piano. Si è installato in un’anticamera dell’ufficio del sindaco (ora occupato da un commissario straordinario) e si è incatenato alle poltroncine della sala d’attesa.
Nella mattinata di ieri, Nestore Esposito, 43 anni, padre di 4 figli, ha inscenato una nuova manifestazione di protesta. Poche ore prima che l’incontrassimo, alla porta dell’appartamento della Cooperativa Gramsci di Via Ammendola, a Pontecitra, si è presentato l’ufficiale giudiziario: non è stata accettata la proposta di proroga dello sfratto esecutivo, avanzata giusto una settimana fa, quando l’uomo ha agito nello stesso modo, pur senza portare con sé i bagagli.
In pochi minuti, Nestore Esposito si è ritrovato in strada. Ha affidato i 4 figli (che studiano regolarmente) al padre pensionato, ha preso il necessario e si è recato in Comune. In un angolo di un’sala d’attesa, dove la moglie andava su e giù, ha sistemato il cane, con una coperta su cui riposare, l’acqua e il cibo. Nell’anticamera attigua ha sistemato valigia e alimenti, prima d’incatenarsi alle poltroncine. “Non ho una casa. Non posso dormire all’aperto. Non ho problemi a restare qui. Se mi portano un fornellino, non ho neanche problemi di cibo”.
Ha dichiarato il quarantatreenne, che ha aggiunto: “Lo sfratto è diventato esecutivo. Non ho opposto resistenze. Una settimana fa, l’ho fatto, ma c’è mancato poco che fossi tacciato di follia. Da più di un anno e mezzo chiedo aiuto. Non ho soldi per pagare una casa. Mi sono rivolto al Comune, a cui ho chiesto l’assegnazione di un appartamento. Mi risulta,
infatti, che ci siano abitazioni vuote da anni nelle palazzine Iacp e negli stabili 219. Ho ricevuto, invece, solo un sussidio di 300 euro per un solo anno. Non credo d’aver speranza di avere altri contributi, visto che c’è chi aspetta dal 2005”.
Nestore Esposito lavorava come operaio per un’azienda dell’Avellinese, poi la crisi, la messa in cassa integrazione e la perdita del lavoro. Oggi, tira avanti lavorando saltuariamente, a nero, come autista. Riesce a portare a casa, in un mese, sulle 600 euro. Deve mangiare. Pure con gli aiuti dei genitori, non riesce a pagare una casa decorosa dall’affitto che è pari almeno a quanto guadagna. Per questo vuole l’assegnazione di un alloggio popolare. Solo intorno alle 13, l’uomo ha lasciato il Comune, dopo aver avuto rassicurazioni in tal senso. Per ora, dovrà alloggiare, come i suoi figli, da suo padre.
Da Metropolis
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