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Cronaca Loredana Monda 05 luglio 2009 02:33 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
CASTELLO DI CISTERNA - Non esistono proteste che tengano. In molti storceranno il naso di fronte all’accaduto, ma il Consiglio dei Ministri ha deciso di sciogliere l’amministrazione guidata dal sindaco Aniello Rega, per infiltrazioni della malavita organizzata nella gestione del Comune di Castello di Cisterna.
La commissione d’accesso era arrivata nella piccola cittadina nel 2006. Aveva vagliato, aveva controllato tutti gli atti, tra cui quelle degli appalti: punto nodale sarebbe, infatti, secondo indiscrezioni, il settore dell’edilizia. Un anno fa, l’organismo aveva presentato la sua relazione, con le risultanze degli accertamenti condotti. Proprio l’esito dei controlli ha indotto, ora, il Consiglio dei Ministri, su spinta nel Ministro degli Interni Roberto Maroni, a procedere con l’emissione di un decreto di scioglimento.
Ancora avvolte nel mistero, però, le motivazioni di una scelta che marchia la cittadina. Si attende, infatti, l’arrivo del decreto che le contiene. Sono prendendone atto all’amministrazione potrebbe rimanere, quale ultima chance, un ricorso. Proprio con un ricorso avverso lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, peraltro con esito favorevole, era stata, infatti, reintegrata, negli ultimi anni, l’amministrazione di un territorio confinante, Brusciano.
Castello di Cisterna è solo l’ultima cittadina, in ordine di tempo, costretta a fare in conti con uno scioglimento dell’amministrazione per condizionamenti della camorra. A prescindere dai torti e dalle ragioni, appare alquanto singolare che certe situazioni accomunino più territorio di una stessa area, per una volta senza alcuna distinzione di colore politico. I fatti dimostra, infatti, che le commissioni d’accesso sono state inviate su Comune gestiti da amministrazioni sia di centrodestra, sia di centrosinistra.
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