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Cronaca Loredana Monda 22 giugno 2010 16:43 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Cinquecentomila euro. A tanto ammonta il valore dei beni che sono stati sequestrati al clan Capasso. Il capo dell’omonima organizzazione, il quarantenne Giuseppe Castaldo - noto come Peppè 'o commerciante, attualmente detenuto - e la moglie trentaquattrenne Amalia Volpe, secondo le dichiarazioni dei redditi che avevo presentato erano nullatenenti. Indagini dei carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna del Capitano Orazio Ianniello - avviate nel 2008 - hanno permesso, tuttavia, di accertare che avevano e gestivano un patrimonio enorme, fatto di buoni e conti correnti postali e bancari, che è stato confiscato.
I militari dell’Arma della stazione di Marigliano agli ordini del maresciallo Raffaele Di Donato - coadiuvati dai loro colleghi della Compagnia - hanno eseguito un decreto di sequestro che è stato emesso il 4 giugno. Giuseppe Castaldo è stato tra i protagonisti di una sanguinosa faida di camorra dell’inizio degli anni Novanta che ha coinvolto molti clan, tra cui quelli di Marigliano, Mariglianella, San Vitaliano, Scisciano, Somma Vesuviana e Sant’Anastasia, Pomigliano D’Arco, Casalnuovo.
Era il braccio destro dell’allora boss cittadino, attualmente detenuto e condannato recentemente ad oltre dieci anni di carcere per fatti di camorra, tra l’altro artefice di un patto del 1995 con Giuseppe Orefice il ras di Sant’Anastasia, dove - in quel periodo - i clan erano soliti allearsi o contrapporsi a seconda delle esigenze. Agli inizi degli Duemila, fiutando l’emissione di una pesante condanna - con il suo boss - si diede alla latitanza. Entrambi non furono primule rosse a lungo. Il capo della camorra cittadina, già collocato in una casa di lavoro del modenese, che per allontanarsi aveva utilizzato un permesso natalizio, fu riacciuffato per primo.
Circa un mese e mezzo dopo, i carabinieri di Castello di Cisterna, localizzarono Giuseppe Castaldo e lo riacciuffarono. Aveva trovato riparo in un casale abbandonato, alla periferia di Marigliano, più propriamente nella frazione di Lausdomini, che conosce bene.
'O commerciante è stato più volte arrestato e scarcerato nel corso degli ultimi anni, ormai in carcere ed inattivo il precedente boss, è diventato ras indiscusso della zona, artefice della cacciata di tutti coloro che erano vicini al clan Mazzarella, egemone in città, con l’avvallo dei Sarno, da Ponticelli penetrati in buona parte della Provincia di Napoli, sulla scorta di un patto di non belligeranza tra i due capi napoletani dei due grandi clan.
Giuseppe Castaldo, negli ultimi anni, aveva riorganizzato la sua “milizia”, continuando a gestire, in particolar modo, le estorsioni e lo spaccio di droga. E’ finito, però, nuovamente in carcere. Ora detenuto, assiste alla confisca dei suoi beni.
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