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Cronaca Caterina Stellato 27 gennaio 2007 00:01 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, come il "Giorno della memoria"al fine di ricordare la Shoah(sterminio del popolo ebraico) e per questa ricorrenza sono organizzate cerimonie, incontri, iniziative e momenti comuni di narrazione dei fatti dell'eccidio che più di qualsiasi altro ha tristemente segnato il genere umano.
Tra le storie dei perseguitati c'è né una , balzata alle cronache qualche mese fa , che ha dell'incredibile. La protagonista è una neocentenaria , la signora Lili Ascoli Magrini alla quale è stata annullato l'assegno vitalizio di benemerenza e dovrà anche restituire la pensione che le era stata elargita nel 2004 per un ammontare di circa 40mila euro. La motivazione alla base della sentenza della Corte dei conti starebbe, secondo i giudici, nel "non aver subito personalmente violenze fisiche o morali" eppure la realtà di Ida, come la chiamano gli amici e i parenti, è ben diversa.
La madre è stata deportata ad Auschwitz dove è morta, il marito è stato internato nel campo di concentramento di Urbisaglia, i figli invece sono stati allontanati da scuola perché, come lei e la sua famiglia, appartenenti alla "razza ebraica" ed è stata costretta a rifugiarsi in Svizzera e al ritorno a Ferrara ha trovato la sua casa distrutta. Mi chiedo cosa per i giudici significhi la sofferenza, oltre quale limite si sarebbero dovuti spingere i nazisti per farle ottenere oggi ciò che le spetta…e lo vorrebbe sapere anche la diretta interessata che rivolge lo stesso quesito dalle pagine del quotidiano spagnolo "El Mundo" dal momento che l'assurda vicenda ha varcato i confini nazionali.
Tutte le angherie subite dalla donna sono state sopportate tra le mura domestiche e proprio questa condizione di casalinga deve aver provocato una sorta di equivoco giuridico; in pratica per motivare la decisone i giudici hanno spiegato che la donna non lavorando non fu licenziata, non svolgendo attività antifascista non fu arrestata e pur essendo ebrea non fu deportata nei lager. Eppure nel 2004 il giudice contabile di primo grado le aveva dato ragione ritendola vittima di violenze morali anche se contro quella sentenza, tuttavia, il ministro delle finanze aveva presentato ricorso ottenendo ragione, come è noto.
Ma oltre al danno c'è la beffa perché solo 24 ore dopo la pronuncia della Corte dei Conti, con un'efficienza tanto inaspettata quanto inopportuna, la signora si è vista recapitare una raccomandata con la quale il ministero delle Finanze la invitava a restituire il maltolto, cioè gli arretrati delle somme pensionistiche percepite e non dovute: certo, perché concederle la pensione? Solo perché orfana di madre uccisa in un lager, vedova di un deportato, madre di due figli allontanati dalla scuola statale e fuggiasca per necessità ? Per i suoi 100 anni lo Stato italiano le ha fatto proprio un gran bel regalo.
Per non Dimenticare
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