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Cronaca Caterina Stellato 06 marzo 2007 23:57 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Nell'estate del 2005 impazzava nelle radio un ritornello simpatico che diceva: vorrei cantare come Biagio Antonacci"e che ad un primo ascolto sembrava solo una canzoncina divertente, orecchiabile, senza molte pretese.
L'autore , Simone Cristicchi , con quelle strofe voleva però denunciare un fenomeno discografico frequente basato sulla difficoltà di sfondare e quindi di avere successo e di uscire dalle nicchie dei cultori, non essendo un artista comune agli altri, ma piuttosto impegnato, eclettico, stravagante come lo sono lui e la sua massa di capelli ricci.
Eppure il cantautore romano di 28 anni aveva già al suo attivo numerosi e importanti riconoscimenti tra cui il Premio Siae per la migliore canzone d'autore (1998) e il Cilindro d'Argento (premio per cantautori emergenti nell'ambito del Festival dedicato a Rino Gaetano - Una casa per Rino) nel 2003. Gli altri brani estrapolati dal suo primo album si presentavano sempre come leggeri ma poi, ad ascoltarli con la dovuta attenzione, se ne scoprivano i significati più profondi.
La sensibilità di questo personaggio tanto bizzarro quanto sorprendente ha trovato quest'anno la sua consacrazione con la vittoria del festival di San Remo con un pezzo estremamente particolare dal titolo "Ti regalerò una rosa" che racconta di un mondo che spesso si dimentica: l'universo parallelo di malati di mente che sono emarginati, nascosti nelle piaghe della società e spesso lasciati a se stessi. L'artista è salito sul palco con una sedia pieghevole di legno giallo , presa alla festa dell'Unità ,che l'ha accompagnato durante le sue esibizioni e sulla quale è salito alla fine per mimare un gesto di volo. La sorpresa per
l'inaspettato primo premio, consegnato assieme a quello assegnato dalla critica, forse deriva dall'abitudine all'ascolto di un altro tipo di pezzi, sicuramente più frivoli e per questo più frequenti ma che fanno riflettere meno.
L'artista in questione , invece, invita tutti a non dimenticare quelli che comunemente chiamiamo "matti" e ricorda le famiglie che li assistono e che spesso sono abbandonati dallo Stato e dalle Istituzioni. Simone Cristicchi era in concerto quando, girando l'Italia , ha iniziato ad interessarsi e a venire quindi a conoscenza delle situazioni difficili nelle quali sono costretti a vivere i diversi e per questo ha preparato un progetto sulla malattia mentale che comprende un film-documentario, un libro e la stessa canzone sanremese con l'intento di sensibilizzare soprattutto i più giovani su questo argomento, per quelli che, come me, un Manicomio non l'hanno mai visto e nemmeno immaginano cosa significasse la relegazione che vi regnava.
Quest'anno la giuria in sala e quella demoscopia hanno premiato una poesia fatta di dolore e riflessione e hanno addirittura bissato con il primo premio tra i giovani a Fabrizio Moro che con il suo brano "Pensa" ha posto l'attenzione sulla mafia . In somma due cantanti emergenti vincono probabilmente per lo stesso motivo, per i loro testi carichi di significato e potenti nel messaggio ma, pur essendo piacevolmente sorpresa da queste scelte,non posso non chiedermi se non siano frutto di una grossa ipocrisia, di una plateale "lavata di faccia" piuttosto che di una reale consapevolezza.
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