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Cronaca Sebastiano Perrone 25 aprile 2009 23:44 Circa 6 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Che dire?! Le candidature di questa legislatura a destra e a sinistra, con tutto il rispetto per l'uomo Sorrentino e la sua storia personale e per l’ing. Sodano stimato ed amato professionista, sono a dir poco sconvolgenti, sono lo specchio di come sia ormai piatto l'elettroencefalogramma di questa città, dove l'ignoranza galoppante ed il servilismo strisciante, è solo pari alla boria di tanti pseudo-professionisti e gente che si reputa di cultura, giullari al servizio dei “potenti”, che preferiscono tessere le lodi del re nudo piuttosto che avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e sentirsi mortificati da ciò in quel poco di dignità che ci rimane dal nostro essere uomini.
Se la nostra città non riesce ad esprimere da trenta e passa anni un reale rinnovamento, negli uomini prima ancora che nelle forme di aggregazione politica lo si deve al nostro disinteresse in molti casi interessato e finalizzato ai propri interessi particolari. Meglio far finta di non vedere, turarsi il naso e fare salamelecchi, perché prendere posizione può costare, soprattutto se poi si deve chiedere..., salvo poi partecipare al becero gioco del parlare dietro o dello sparlare politico, partecipando al coro lamentoso dei pipparelle boys.
La libertà ha un prezzo che non tutti son disposti a pagare. Il vendere la propria dignità e la propria anima (intesa nel senso del sentire, dei valori, dell’io) viene giustificato con la necessità reale o indotta che sia, e questo molto spesso a danno di coloro che si dice di amare e per i quali spesso si ci prostra: i figli. Come quelle donne da marciapiedi che vendono il proprio corpo, giustificandolo a se stesse prima che agli altri, come un qualcosa di necessario e di incontrovertibile nella situazione di necessità, così tanti preferiscono essere schiavi di un padrone potente assoggettandosi a vita, che viver da uomini liberi con la fatica di essere all’altezza delle proprie idee, dei propri valori e delle proprie potenzialità. E cosi ti trovi che dopo una vita da prima repubblica, e tre candidature a Consigliere Regionale, l’uomo della provvidenza del centro-sinistra diventa l’on.Sorrentino, l’uomo nuovo, l’uomo giusto che stando a quanto leggo (dai suoi fedelissimi scrittori) migliorerà le sorti del Comune di Marigliano, o per converso il più giovane in termini di carriera politica (Consigliere, assessore ora candidato Sindaco del centro destra) ing. Antonio Sodano, alterego del deus ex machina deputato nolano, espressione di quel rinnovamento virtuale che questo grande stratega dell’Hinterland Nolano, sta propinando ai più che come quei sudditi di quel re tessono le lodi di quella magnifica stoffa invisibile agli occhi degli stolti. Quale terzo incomodo (ancora non si è sciolta la gloria…) si parla dell’ex presidente del Consiglio Comunale o del già 2 volte Sindaco dott. Michele Nappi, in entrambi casi nessun segnale di cambiamento o rinnovamento.
I vari candidati consiglieri, i molti casi mossi dall’ingenuità dei novizi che per il solo fatto di esserci intravedono in questo un potenziale rinnovamento e cambiamento, opzioneranno amici e parenti, in forza di piaceri o di relazioni personali, batteranno i marciapiedi di Marigliano, percorrendola in lungo ed in largo (casa – casa) tentando di convincere i più della bontà della loro scelta che la loro presenza è testimonianza di quel rinnovamento proclamato ed annunciato nei manifesti, facendo emergere quanto di positivo ha l’uomo Sorrentino o l’uomo Sodano che presenteranno come uomini della provvidenza, la novità di una proposta finalmente politica, mettendola a confronto con tutti i disastri dei vari Sindaci precedenti mutuati dalla cosiddetta società civile, omettendo solo un piccolo particolare, che di quelle scelte e di quelle amministrazioni, sia negli uomini che nella prassi loro (Sorrentino, Russo e Barbato) sono stati attori, interpreti ed abili registi.
E la responsabilità di 30 anni di deriva politica e di immobilismo?
Quella è sempre colpa di un altro: tutti siamo responsabili, per cui nessuno è responsabile. Lo sono i cittadini che votano sempre gli stessi lasciandosi infinocchiare dalle miriadi di parole dette in politichese, dalle tante promesse e qualche volta qualche piacere sparso qua e là, lo sono i partiti che in 30 anni sono stati incapaci di rinnovarsi e di costruire una classe dirigente, lo sono i vari deputati, senatori, onorevoli (quante figure istituzionali ha Marigliano? Che fortuna!), che come gli allenatori cambiano le squadre, ma non gli schemi, ed in alcuni casi dismettono la tuta e scendono in campo…
Gli adulti abbiam capito che non ci sono, ma i più piccoli, i giovani, i figli di tutti questi adulti che hanno abdicato alla loro responsabilità di padri e madri, dove sono, che fanno?
Aspettano! Aspettano di diventare grandi, di avere l’età del voto, di poter entrare nelle grazie di questi nostri mecenati, di dare una mano ad attaccare i manifesti, di girare in lungo ed in largo la città da parenti ed amici per far campagna elettorale o di candidarsi per grazia ricevuta.
Questa è la politica della mia città, per come la vedo io, al netto di qualcuno che ci crede mosso dal senso civico di voler migliorare le sorti di questa comunità malata, in coma profondo da 30 lunghi anni incapace di reagire al suo stesso male. Di fronte a tutto questo non mi arrendo e non mi rassegno, sicuro di attrarre l’inimicizia e l’ilarità di chi ritiene sciocco e senza senso il mio sfogo, inutile ed improduttivo, da don Chisciotte contro i mulini a vento, ritenendo la gente (così viene definito il popolo) incapace di reagire, sorda e muta, già schierata e venduta.
Non mi rassegno nel vedere tanti amici laureati, bravi e senza santi in paradiso, che mi chiedono una mano, padri di famiglia prostrati che non sanno dove sbattere la testa, che vedono i loro figli senza futuro in questa terra martoriata. Vedere città a noi vicine nelle quali si progettano e si realizzano incubatori di aziende, per rilanciare l’economia a partire dalle loro realtà industriali (Alenia, Alfa Romeo, Avio…), che da noi non esistono nemmeno sulla carta, perché da trent’anni giace nei cassetti questo maledetto PIP, perché è più importante accaparrarsi i terreni, fare le speculazioni, pensare a non far fare agli altri, perché c’è il metano, le infrastrutture da fare perché devo fare o gestire tutto io, che non pensare ai bisogni della gente, e creare le condizioni per lo sviluppo ed il benessere per tutti.
Eh sì, perché se poi la gente la lasciamo libera e se il confronto politico non lo misuriamo più sulla disponibilità della persona, sui piaceri, sulle doti umane, ma sui contenuti, sulle capacità progettuali, sulla fantasia politica, allora non è detto che il risultato sarà così scontato e diretto sempre nella medesima direzione.
Lo so, mi son lasciato andare al libro dei sogni, ai desideri repressi, immaginando di vivere da un’altra parte dove questo è un fatto normale. Che dire?! Mi viene alla mente quel famoso film di Troisi, e come i protagonisti così la nostra città si trova prigioniera in un altro tempo che non è il suo, e di fronte alla nostra incapacità di uscire dal medioevo, possiamo come loro affermare che “Non ci resta che piangere…”.
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