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Cronaca Andrea Amato 01 febbraio 2009 00:12 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Esistono i beni architettonici -e costituiscono, questi, le forme d'arte più evidenti-; quelli pittorici, che pure riscuotono grande attenzione da parte di chi li osserva; quelli plastici come le sculture o i manufatti di legno, metallo o ceramica che anche sono di notevole impatto visivo. Ma ci sono monumenti che spesso sfuggono all'ammirazione degli osservatori, cui forse si è avvezzi a dare meno importanza del dovuto, in termini non solo di pura e assoluta visione, di riscoperta e divulgazione artistico-culturale, ma anche di conservazione e tutela. Mi riferisco agli organi a canne.
Magnifici e imponenti strumenti musicali dagli effetti strumentali molteplici tali da renderli espressione di un'unica grande orchestra, grandiosi esempi di arte plastica ( per le architetture che sovente li incorniciano), gli organi a canne rimangono il più delle volte opere d'arte misconosciute. Probabilmente in altri ambienti culturali, più che nei nostri, essi ricevono la dovuta considerazione.
In altre regioni italiane, e ancor più in altre nazioni come Francia e Germania, esiste un vero e proprio culto dell'organo: lì questi strumenti vengono scrupolosamente, sempre, manutenzionati, periodicamente intonati, curati e suonati nella maggior parte dei casi da organisti di professione, utilizzati non solo come strumenti per l'animazione liturgica nelle chiese, ma soprattutto per la grande opportunità che essi danno di tenere concerti.
Questo tipo di cultura da noi è pressappoco inesistente e, sebbene moltissime delle nostre chiese ospitino vetusti e pregevoli organi, poco o nulla si fa per tutelarli e valorizzarli.
A Marigliano esistono due esemplari di organi a canne: entrambi settecenteschi, sono l'uno nella chiesa Collegiata e l'altro nella chiesa del S.S. Sacramento in via Montevergine.
Lo strumento posto in Collegiata, certamente noto a tutti quelli che ne hanno sentito il robusto suono durante le celebrazioni religiose, attualmente, benché suonante, necessiterebbe di urgenti lavori di manutenzione e intonazione; in particolare, da qualche mese esso non è più suonabile alla pedaliera che si è guastata.La storia dell'organo della Collegiata comincia nei primi anni del 1700.
Come riportato dalla Cronistoria di mons. Michele Mautone, vescovo di Nardò dal 1877 al 1888 e già Primicerio della Collegiata, a partire fin dal 1704 erano presenti in chiesa due grandi organi, situati a destra e a sinistra dell'arco del coro. Il destino dei due corpi d'organo, però, fu sconvolto, come lo fu pure quello dell'intera cittadina, nell'aprile del 1877: una terribile eruzione del Vesuvio colpì la zona e anche la Collegiata, estremamente danneggiata, fu chiusa fino al 1882. Durante la chiusura, gli organi furono smontati e messi al sicuro. In seguito ai lavori di ristrutturazione, alla riapertura della chiesa nel 1882, anche l'organo fu risistemato. I lavori furono affidati a un certo don Antonio Galasso, organaro napoletano, il quale provvedette a recuperare tutti i migliori pezzi fonici dei due antichi organi, li assemblò e con essi costruì il nuovo organo. Per l'occasione, lo strumento fu anche indorato.
Oggi, sfortunatamente, possiamo soltanto immaginare il suono possente e forte di quel bell'organo; lo strumento, infatti, più o meno negli anni settanta del secolo scorso, venne elettrificato da incompetenti in materia che ne compromisero definitivamente l'originalità del suono e la sua caratteristica di straordinario strumento a trasmissione meccanica.
Tuttavia, nella seconda metà degli anni ottanta, grazie all'impegno di mons. Rinaldi, allora parroco della Collegiata, e col contributo del popolo mariglianese, si provvedette a eseguire nuovi lavori di restauro e ampliamento del vecchio organo, a opera della ditta Frescobalda di Parma. I lavori realizzati hanno comportato un notevole miglioramento musicale dello strumento che adesso conta trentanove registri, per un totale di milleseicento canne.
La sua inaugurazione avvenne, in concomitanza dei festeggiamenti patronali del 20 gennaio, nel 1988, con un concerto tenuto dal Maestro Vincenzo De Gregorio del Conservatorio musicale di Napoli.Diversa e più disastrosa è la condizione dell'organo della chiesa di Santa Maria La Nova, meglio nota col nome di chiesa del Sacramento.
L'organo a canne della chiesa di Santa Maria La Nova fu costruito la prima volta nel 1619 e ci è ignota la sua primitiva collocazione. Successivamente, nel 1692, fu spostato e posizionato dietro l'altare maggiore. Quando nel 1724 la fabbrica intera della chiesa venne ristrutturata, l'organo fu di nuovo rimosso e posto sulla porta maggiore della chiesa. Dagli atti e dalle cronache dei Padri verginiani, fondatori di questa chiesa, abbiamo notizia, poi, che nel 1728 il vecchio organo venne venduto alla chiesa del casale di Cumignano (antico nome di Comiziano) e fu sostituito da un nuovo organo con cassa di legno intagliata e indorata.
Il piccolo e grazioso strumento attualmente si trova sulla cantoria della chiesa, in parte smembrato, praticamente insuonabile, in attesa d'essere restaurato.
Per la mia documentazione, la bibliografia cui maggiormente ho attinto per il reperimento di tutte le notizie di carattere storico è costituita dai volumi di S.E. mons. Giovanni Rinaldi: "Santa Maria delle Grazie, Insigne Collegiata in Marigliano" e " I Verginiani a Marigliano e la chiesa di Santa Maria La Nova".
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