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Cronaca Vincenzo Serpico 31 marzo 2009 00:50 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
A chi vive come me l'esperienza di un "modesto" impegno nel volontariato sociale, avrà avuto qualche
momento in cui ha riflettuto sui temi dell'impegno a favore delle
famiglie. Al di là della Chiesa che nel suo campo d'azione ha una
specifica catechesi a favore dei nuclei familiari, al di là di qualche
esperienza di "fondazioni private" che hanno come oggetto
l'aggregazione e l'intrattenimento delle famiglie non esiste una vera e
propria prospettiva di orientamento verso le politiche, gli ausili, i
sostegni e le mediazioni a favore della "familia" di latina memoria.
Eppure proprio la famiglia è un vero e proprio contenitore sociale, nel
quale trovano posto le varie fascie dei cittadini a rischio, disagio e
disadattamento, di emarginazione e di sfruttamento come gli anziani, i
giovani senza lavoro, i tossicodipendenti, i malati allettati, il
minore a rischio e cosi via.
Sarebbe utile che "il mattone della società" (come definiva la famiglia Mosè) fosse posto maggiormente al
centro della nostra attenzione. Le istituzioni pubbliche e private, le
associazioni e le fondazioni, i partiti ed i movimenti politici
utilizzino la famiglia non come "pura declamazione", ma come un
concreto percorso di avvicinamento di una realtà che ancora poco
conosciamo.
Uno screaning dei bisogni e dei diritti padre di una vera e
propria mappa di interventi dovrebbe essere il futuro di questo
territorio, senza alcuna ipocrisia da parte di "chi" potrebbe sfruttare
questo argomento per "contingenti" situazioni elettorali.
Vincenzo Serpico
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