Cronaca
Redazione
23 luglio 2006 22:31
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CONTINUA LO SCIOPERO DEGLI AVVOCATI
Decreto Bersani 223/2006: continua lo sciopero dell'avvocatura italiana contro il decreto di un ministro "incompetente"
di
PASQUALE MAUTONE
(Avvocato del Foro di Nola - Coordinatore Osservatorio Diritto del Lavoro e Relazioni Industriali Sezione A.I.G.A. Nola).
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Se in via del tutto astratta ed ipotetica volessimo riconoscere un merito al decreto Bersani, certamente si potrebbe affermare che il merito è quello di aver ricompattato tutte le anime dell'Avvocatura italiana, unite in uno sciopero globale dell'intera categoria. Ciò è avvenuto perché sono state minate le basi della professione forense, poste nell'interesse dei cittadini e non a tutela di interessi corporativi.
Con l'abolizione dei "minimi tariffari" e del "patto di quota lite", e la possibilità per gli studi di fare pubblicità , si è creato dal nulla il mercato delle attività forensi. In pratica, con questo decreto, ogni professionista è diventato un'azienda. Le conseguenze sono aberranti. Oggi, i giovani che vogliono entrare nel "mercato" per battere la concorrenza devono investire non più in attività intellettuali, com'è avvenuto finora, ma in capitali e risorse economiche, direttamente proporzionali agli obiettivi di mercato prefissati.
Contro questo aberrante progetto era passato, nei giorni scorsi, ma solo in Commissione Giustizia del Senato, un parere che avrebbe potuto favorire la riapertura di un dialogo. L'astensione dalle udienze proclamata dall'Organismo Unitario Avvocatura (OUA), tuttora in corso con una adesione senza precedenti, e l'audizione, svoltasi con i rappresentanti della categoria in Commissione, aveva portato ad un importante risultato. Erano state accolte tante delle richieste degli avvocati: si ristabilivano le tariffe fisse e le tariffe minime, si faceva marcia indietro sull'eliminazione del divieto del patto di quota lite, andava via il divieto di pagamento in contanti di compensi di basso importo, saltava la responsabilità solidale del difensore per il mancato pagamento dei balzelli di giustizia.
"L'iter del decreto Bersani - aveva concluso la presidente OUA Michelina Grillo - è ancora lungo e noi continueremo a seguirlo con grande attenzione, senza abbassare la guardia. Il nostro invito è quello di ripartire dalla concertazione. Gli avvocati vogliono essere i protagonisti di una vera modernizzazione del settore e non i capri espiatori dei problemi del Paese".
Sembrava che la concertazione potesse ripartire, ma rispetto alle richieste fatte pervenire dall'Avvocatura al Governo, tutte rimaste lettera morta, la Giunta dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura Italiana, richiamata altresì la delibera dell'Assemblea OUA in data 14/15 luglio 2006, ha proclamato la prosecuzione dello stato di agitazione dell'intera Avvocatura italiana e la delibera di astensione dalle udienze civili, penali, amministrative e tributarie per i giorni 24, 25 e 28 luglio 2006, in adempimento del mandato ricevuto dall'Assemblea generale degli Ordini Forensi, riunitasi in data 21 luglio 2006 in Roma, alla presenza del Consiglio Nazionale Forense, dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura, della Cassa Forense e delle Associazioni Forensi.
L'astensione è stata proclamata senza preavviso, ritenuta la lesività costituzionale del provvedimento citato (in relazione principalmente agli artt. 1, 2, 3, 24, 36 e 41 e 111 Cost.), nonché il grave pregiudizio dei diritti fondamentali dei cittadini e la compromissione delle garanzie essenziali del giusto processo, anche con riferimento alla intollerabile ulteriore riduzione degli stanziamenti per il comparto giustizia, come previsto dall'art. 21 del D.L. 223/06. Detta riduzione incide, infatti, sull'esercizio della giurisdizione, riverberandosi negativamente sulla durata dei processi e sulla effettività delle garanzie. E' fatta salva la trattazione degli affari civili, penali, amministrativi e tributari di cui agli artt. 4 e 5 del Codice di Autoregolamentazione.
L'Assemblea generale degli Ordini Forensi, riunitasi in Roma, ha inoltre conferito mandato all'Organismo Unitario dell'Avvocatura di adottare ogni ulteriore e più opportuna forma di protesta contro il decreto Bersani, che è affetto anche da vizi formali perchè adottato da un Ministro incompetente; perché, ricordiamolo, in tema di professioni forensi è competente il Ministro di Grazia e Giustizia, e non il Ministro alle Attività Produttive.
Ma il problema di fondo resta ben altro: una seria riforma dell' Ordinamento Giudiziario passa necessariamente attraverso l'istituzione del "numero chiuso" nelle Facoltà di Giurisprudenza italiane (come tutte le altre Facoltà italiane); in mancanza continueranno ad esservi nella sola Provincia di Napoli, il doppio degli avvocati di tutta la Francia.
avv. Pasquale Mautone
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