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Cronaca Redazione 02 agosto 2006 00:34 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Leggo con rammarico, ma senza sorpresa, che lo scempio Agrimonda non è ancora risolto.
Nel 2002 me ne sono occupato non solo come giornalista ma come ambientalista, presidente dell'Associazione regionale Stonehenge e coordinatore insieme a Giovanni Campagna presidente dell'associazione regionale A.D.A. (Associazione Difesa Ambiente) del Progetto Territorio, una strategia ambientalista nuova e teoricamente vincente che non ha comunque dato risultati soddisfacenti a causa della dominante politica del "magna magna" che invece si preferisce in Campania.
Con Progetto Territorio riuscimmo ad ottenere dall'allora sindaco di Mariglianella una nomina come Osservatorio Ambientale sul loro operato nel processo di bonifica, con tanto di atto registrato. L'avete mai vista la bonifica? Non ci hanno mai convocati ad una sola riunione. Ma questo forse perché non ne hanno fatte.
Nell'ottobre del 2002 scrissi un articolo pubblicato su Il Meridiano. In sunto, nell'articolo facevo riferimento al disastro e al pericolo con dati che farebbero impallidire anche Dario Argento, ma la notizia fondamentale era un finanziamento della Regione Campania, ordinanza n. 500 del 17 ottobre 2001, con la quale il Commissario di Governo per l'Emergenza Rifiuti in Campania, Antonio Bassolino, concedeva all'Amministrazione Comunale di Mariglianella il finanziamento di un progetto di caratterizzazione per la messa in sicurezza la bonifica e il ripristino del sito.
I soldi arrivano, 80 milioni di lire… lo scempio rimane. Eppure la legge prevede che un sito riconosciuto pericoloso debba essere bonificato. Ma allora, perché nessuno è oggi in galera per non aver rispettato la legge? E i soldi ricevuti dalla regione che fine hanno fatto?
18 luglio 1995, circa 30.000 litri e 1000 tonnellate di potenti fitofarmaci prendono fuoco, contaminando aria, suolo, sottosuolo, e senza dubbio anche le locali falde acquifere dato che il tutto era depositato su cls (calcestruzzo = cemento, sabbia, ghiaia) che non è impermeabile e che esposto ad alte temperature si fessura.
Le diossine invadono anche la provincia di Caserta e Avellino. E' possibile che si ritenga il caso Agrimonda ancora un caso di confine? Agrimonda esiste ed esiste per tutti, di qua e di là dal sito, sopra e sotto, ed esiste da oltre undici anni.
Chi avendone il potere non si adopera, è davvero diabolico.
Thomas Allocca (01 agosto 2006)
wa.thomas@libero.it
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