26/04/2024
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Cronaca Redazione 04 settembre 2006 00:19 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Le ultime azioni della magistratura e delle forze dell’ordine hanno messo in luce che alcuni clan che da Napoli sono dilagati nella provincia, estendendo la loro egemonia ed imponendosi nel controllo delle attività illecite. E’ il caso dei Mazzarella e dei Sarno che partendo dai rioni d’edilizia popolare si sono riusciti ad imporre su un’area ampia stretta tra Pomigliano d’Arco e Marigliano.
Le due organizzazioni criminali sono state, comunque, duramente colpite. I numerosi arresti condotti a termine, soprattutto con gli ultimi maxi blitz dei militari dell’Arma del Territoriale di Castello di Cisterna coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, avrebbero reso appetibile la città agli occhi dell’organizzazione dei Fabbrocino, che tenterebbe di penetrare sul territorio.
D’interesse di detto clan sarebbe il piano degli insediamenti produttivi. I Fabbrocino sarebbero abili ad operare, discostandosi dalle consuete attività gestite dalla camorra, assumendo i modi degli affaristi. Pare che l’interesse per il piano degli insediamenti produttivi potrebbe ravvisarsi, quindi, nella volontà di acquisto e di controllo di interi lotti attraverso persone fisiche o persone giuridiche, utilizzate come prestanomi.
Simultaneamente, con i complessivi spostamenti in atto delle organizzazioni camorristiche non si escluderebbe l’interesse per il piano degli insediamenti produttivi di Marigliano di un’altrettanto potente organizzazione proveniente da altra provincia campana, da tempo notoriamente lanciata sotto il profilo affaristico. In passato esisteva la forte tendenza a negare che la città fosse terra di camorra. Si cercava di trovare una giustificazione nel fatto che, contrariamente a quanto si verificava in altri territori, non si assisteva a continue sparatorie.
Anche se, tra anni ottanta e novanta, qualche periferia, a causa della sua vicinanza con altre cittadine soggette a maggiori turbolenze, non ha vissuto momenti felici, giacché Marigliano si è ritrovata suo malgrado ad essere teatro di operazioni nell’ambito di una faida che ha insanguinato l’intera zona pomiglianese – nolano – acerrana. Coloro che per questioni professionali conoscevano i movimenti della camorra, continuavano a sostenere che la città fosse terra di camorra cosiddetta dei “colletti bianchi”. Le evoluzioni degli ultimi anni hanno dato ragione a dette persone. La città potrebbe vivere momenti difficili.
La camorra cosiddetta di strada arginata dalle forze dell’ordine e dalla magistratura, che minaccia, intimidisce, spara, uccide è l’altra faccia della medaglia rispetto alla cosiddetta camorra dei colletti bianchi, che le consente di penetrare in ambienti insospettabili e di fare affari. Se è vero che la città offre importanti occasioni di sviluppo attraverso il pip e se è vero che tante forze diverse potrebbero manifestare attenzione, cosa accadrebbe se decidessero di fronteggiarsi per assicurarsi il monopolio della zona?
Loredana Monda
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