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Cronaca Redazione 06 settembre 2006 23:03 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Prendo atto dello scritto pubblicato a firma di "Pasquino" di commento al mio articolo sul comando di polizia municipale.
Colgo, innanzitutto, l'occasione per ringraziare l'autore di "Senza le colpe dei cittadini, non ci sarebbe bisogno dei vigili!" e tutti i lettori del sito, non solo per l'essere attenti a quanto è pubblicato, ma per la loro partecipazione attiva, che consente la discussione e il confronto, che in una società civile rappresentano sicuramente motivo di crescita.
Chiedo venia per non essermi adeguatamene spiegata a vantaggio di quanti avrebbero avuto occasione di leggere. Con il mio articolo non intendevo assolutamente giustificare le mancanze della locale polizia municipale. E' ovvio che i cittadini dovrebbero imparare ad agire in maniera corretta rispettando le regole e che, dal canto loro, i vigili urbani, dovrebbero intervenire di fronte alle illegalità , di volta in volta, riscontrate, sanzionando la violazione di codici e di regolamenti.
Intendevo far notare che giustamente anche gli agenti del locale comando di polizia lamentano difficoltà , che sono forse il frutto di sommarie valutazioni di natura politico - amministrativa. Avendo avuto modo di leggere normative di disciplina della polizia municipale ed avendo appreso non solo delle funzioni che le competono, ma anche delle strutture e delle attrezzature di cui dovrebbe essere dotata, francamente non condivido la scelta politica di allocare il comando (al pari di quello del corpo forestale dello Stato) in locali di un istituto scolastico.
Si tratta di una scelta operata dal centrodestra, ma evidentemente condivisa dal centrosinistra, vista l'assenza divergenti interventi successivi. Mi spiego portando anche esempi concreti inerenti fatti che si sono verificati nella nostra realtà . I vigili urbani hanno funzioni di polizia giudiziaria. Rispetto ad altre forze dell'ordine sono soggetti solo a limiti di natura territoriale. Non è un caso che agli agenti sia consentita (a prescindere da casi specifici) la detenzione e il porto di armi da fuoco. Di fronte ad un qualsivoglia reato perpetrato sul territorio in cui presta servizio, il vigili urbano è obbligato ad intervenire, pena l'incorrere nel reato di omissione.
L'agente di polizia municipale può arrivare anche ad operare arresti. Se si considera tutto ciò, non è possibile non chiedersi, ad esempio, se non fosse il caso di dotare gli agenti di una struttura attrezzata, con la previsione di una camera di sicurezza (che avrebbe, peraltro, fatto comodo già nel lontano 1997 di fronte ad avvenimenti ampiamente riportati dalla stampa e che forse qualcuno ancora ricorda), evitando, peraltro, che minori frequentati l'istituto scolastico siano eventualmente costretti ad assistere a scene sgradevoli.
Come se non bastasse, negli ultimi tempi è stato perpetrato un furto al comando di polizia municipale: sono state portate via, tra l'altro, armi e munizioni, che erano conservate in una cassaforte, sembra inchiodata a terra. Secondo le normative, i comandi di polizia municipale dovrebbero avere un'armeria (di cui sono indicate le caratteristiche) con la suddivisione in scomparti, in cui custodire separatamente armi (smontate) e munizioni. Anche dopo il furto, qualcuno si è posto il problema? Ritorniamo sul regolamento.
Può essere considerato normale che, in una realtà sensibilmente mutata nel tempo, sia vigente un regolamento, risalente alla fine degli anni cinquanta, che non prevede neppure l'organizzazione in corpo di polizia municipale a cui fanno riferimento leggi vigenti dopo una certa soglia d'unità di pianta organica? Gli agenti di polizia municipale che sono in strada diventano immagine della città , credete sia normale che non abbiamo divise tutte uguali, armi, mezzi vari, ma siano costretti ad adeguarsi all'arte dell'arrangiare?
Preferisco, poi, non soffermarmi sul differente profilo giuridico - economico degli agenti di polizia municipale, altrimenti dovrebbero essere sollevati altri dubbi. Quanto manca in termini di organizzazione e di gestione è responsabilità della pubblica amministrazione, che non interviene energicamente neppure di fronte all'immobilismo che viene fuori dallo scritto di "Pasquino" e dalle lamentele della collettività . Ancora una volta, manca la funzione d'indirizzo politico, che non è in capo ai funzionari.
Loredana Monda
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