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Cronaca Redazione 21 settembre 2006 14:42 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Atto
n. 4-00483
Pubblicato il 19 settembre 2006
Seduta n. 33
SODANO - Ai Ministri dei beni e delle attività culturali e
dell'interno. -
Premesso che:
nel Comune di Marigliano (Napoli) in via Ponte dei Cani, località Lausdomini, è ubicato il complesso storico architettonico dei Padri della Compagnia di Gesù, denominato "Grangia di Gesù o del Monaco", distinto al N.C.E.U./N.C.T. al foglio n. 6 con particelle nn. 51, 57, 59, 61, 62, 164, 165, 265, 314;
detto complesso sorto su un’antica badia benedettina medievale, come si rileva ancora dalle parti più antiche della fabbrica caratterizzate da una cortina muraria costituita da blocchi tufacei misti a muratura di pietrame informe e laterizi, alla fine del Cinquecento divenne grangia dell'ordine della Compagnia di Gesù al servizio del Collegio di Nola e di altre importanti case professe del Regno di Napoli;
nella prima metà del Seicento, a seguito delle accresciute capacità produttive, il complesso veniva ulteriormente ampliato fino a raggiungere l'attuale configurazione architettonica, documentata, peraltro, anche dalla grande tela seicentesca del Museo diocesano di Nola raffigurante i confini della diocesi. I lavori di adattamento e adeguamento funzionale, affidati al gesuita Giovanni de Rosis, comportarono una ristrutturazione delle fabbriche destinate alla vita dei religiosi (refettorio, dormitorio, cucine) e un potenziamento delle strutture agricole (stalle, magazzini, forni, granai, torchi enologici, celle vinarie ottenute in una serie di cavità sotterranee preesistenti). I lavori comportarono anche il restauro dell'antica chiesa dedicata a San Girolamo abbellita con dipinti, marmi, stucchi, pavimenti in cotto e maioliche, decorazioni a fresco, documentati in tempi recenti dagli alunni della locale scuola elementare “Lorenzo Milani” nel corso di varie visite didattiche;
nel 1767, a seguito del decreto di espulsione della Compagnia di Gesù dal Regno di Napoli firmato da Ferdinando IV di Borbone, l’antica grangia nel comune di Marigliano e gli attigui possedimenti furono venduti alla nobile famiglia De Lerma dei duchi di Castelmezzano e successivamente, agli inizi del Novecento, riscattati dagli antichi coloni tra cui i Monda;
a partire dagli anni Cinquanta, le mutate condizioni socio-economiche avviarono il monumento ad un progressivo abbandono e un lento degrado accentuato anche dai noti eventi sismici del 1980 e 1981;
dalla fine degli anni Ottanta, numerosi studiosi e associazioni culturali iniziarono a manifestare attenzione e preoccupazione per il vistoso degrado del monumento storico, sollecitando vari enti alla redazione di un programma di recupero;
alla fine del 2005 il complesso, dopo decenni di incuria, attraverso operazioni burocratiche che risultano poco chiare e trasparenti, è passato attraverso varie agenzie immobiliari ad altri privati che hanno presentato al Comune di Marigliano un progetto di “risanamento conservativo con adeguamento sismico” producendo una Dichiarazione inizio attività : la 11195 del 21 aprile 2006;
constatato che:
in realtà il progetto presentato all'Ufficio tecnico del Comune di Marigliano è ben lungi da un'ipotesi di risanamento conservativo e di restauro filologico dell'edificio;
esso, se attuato, comporterebbe un radicale stravolgimento dell'antica grangia con inconsulte demolizioni, svuotamenti, incongrue superfetazioni e una serie di tipologie architettoniche estranee e invasive allo scopo di realizzare a fini speculativi un insediamento abitativo di notevoli dimensioni in un'area, peraltro, classificata nel piano regolatore come zona agricola e quindi, come tale, sprovvista di infrastrutture o servizi e, comunque, sottoposta ai vincoli della legge Galasso (decreto-legge 312/1985, convertito, con modificazioni, dalla legge 431/1985) e alle restrizioni imposte dall'Autorità di bacino per l'alto rischio idrogeologico determinato dai Regi Lagni,
si chiede di sapere:
quali misure di tutela diretta e indiretta il Ministro dei beni e delle attività culturali abbia adottato per garantire la salvaguardia architettonica e paesaggistica del bene e del suo contesto;
quali provvedimenti siano stati avviati per evitare la distruzione, il danneggiamento e la perdita di una importantissima testimonianza di storia e di cultura;
quali iniziative il Ministro dell'interno intenda assumere per far luce su una vicenda dai contorni oscuri e garantire il rispetto della legalità su un territorio assalito dalla speculazione edilizia e dalle lobby del cemento.