19/04/2024
(197 utenti online)
Cronaca Redazione 16 gennaio 2007 23:39 Circa 6 minuti per leggerlo stampa
Quando come Federazione Provinciale di Napoli di Azione Giovani abbiamo
deciso, prima di Natale, di avviare una campagna di mobilitazione della struttura
e di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulla questione dell'introduzione
anche in Italia dei Pacs, abbiamo inteso questa iniziativa come una vera e
propria battaglia di civiltà.
Infatti, è forte in noi la percezione e la convinzione che nel nostro
paese, così come in generale in tutto il mondo Occidentale, sia in atto un
pericoloso processo culturale che tende a minare i valori fondamentali su cui si
regge e si regola la nostra società.
Si tratta di dinamiche tanto sottili, quanto pervasive.
Nella fattispecie, ad essere preso di mira è l'istituto familiare così
come viene comunemente inteso.
Di modelli familiari l'umanità ne ha conosciuti molti, variabili a seconda delle
epoche e delle latitudini. La famiglia ristretta, composta dai due coniugi e
dalla prole (oggi largamente maggioritaria in Occidente); la famiglia allargata,
comprensiva di più fasce generazionali e di un certo numero di gradi parentali;
la famiglia monogamica o poligamica; su base patriarcale o, in alcuni luoghi ed
in lontani periodi storici, matriarcale. La fenomenologia della famiglia
presenta, dunque, un ventaglio abbastanza vario di possibilità, intersecabili tra
loro per di più.
Ma la lunga serie di modelli familiari che la storia e la realtà ci
propongono, nonostante le differenze spesso notevoli, presentano un unico comune
denominatore sintetizzabile nella formula: non esiste famiglia che non tragga
origine dall'unione di individui di sesso differente, potenzialmente in grado di
generare prole, legati da un insieme di vincoli diritti e doveri socialmente
riconosciuti per via giuridica o consuetudinaria
L'unione può essere il frutto di un rapporto affettivo. Ma può anche aver luogo
sulla base dell'interesse economico o per ragioni diplomatiche.
Ciò che è certo è che una volta costituita la famiglia, gli individui che
la formano compongono un'unità nuova che li trascende, dotata di regole,
interessi, obblighi morali e sociali propri, che si sommano a quelli che lo
Stato, o una qualunque comunità umana politicamente organizzata, riconosce alla
singola persona.
Ma i Pacs, si dirà, servono proprio a questo: a dare una regolamentazione, dei
diritti e dei doveri, alcuni vincoli alle numerose coppie di fatto esistenti
attualmente. Bene, ma un uomo ed una donna che convivono, se vogliono garantirsi
tutto questo, perché non si sposano? Magari perché non condividono
ideologicamente il matrimonio cattolico - ed è proprio per questo che nel nostro
paese esiste il matrimonio civile!
Se una coppia decide di NON sposarsi è proprio perché NON INTENDE
assumersi quelle responsabilità sociali che prevede il matrimonio ed allora non
si capisce che utilità abbiano per loro i PACS. Né è ammissibile concedere loro
una serie di diritti ed agevolazioni previste per chi costituisce una famiglia,
dal momento che non se ne assumono i doveri e gli obblighi connessi.
Quanto poi alla storia dei diritti inviolabili della persona all'assistenza in
carcere o in ospedale da parte di terzi con cui c'è un legame affettivo, o alla
trasmissione ereditaria dei beni, esistono già strumenti legali per garantirli,
così come se ne possono elaborare di nuovi senza per questo aver bisogno di
introdurre i famosi PACS.
La verità è che l'istituto dei PACS è una forma ibrida e totalmente nuova,
che consente unioni non riconducibili alla tipologia-famiglia e che, nella
sostanza, apre la porta ai matrimoni tra persone dello stesso sesso ed è
l'anticamera della concessione a costoro del diritto di adottare bambini (se non
addirittura di generarli artificialmente attraverso le attuali tecniche, o quelle
potenzialmente inventabili, di fecondazione assistita).
E' bene a questo punto affermare in modo categorico che dietro questo
discorso non vi è alcun atteggiamento discriminante nei confronti dei gay.
L'omosessualità è una pratica vecchia come il mondo, che, nel tempo e presso i
diversi popoli, ha conosciuto pregiudizi tanto favorevoli quanto sfavorevoli. E'
notorio, ad esempio, che nell'antica Grecia l'amore omosessuale era ritenuto
superiore, almeno spiritualmente, a quello eterosessuale. La cultura cristiana ha
per molto tempo ribaltato drasticamente questo giudizio. Resta il fatto che
questo tipo di relazione ha da sempre, al di là dei giudizi, trovato una sua
dimensione nell'ambito del privato, senza ottenere un riconoscimento pubblico.
L'omosessualità attiene all'ambito del gusto, della preferenza sessuale, dei
sentimenti, ma, evidentemente, senza alcuna pretesa di assurgere ad istituto
sociale.
Ognuno di noi può preferire la pasta asciutta piuttosto che il minestrone;
può amare un genitore più di un altro; trovare maggiore piacere nella lettura
rispetto alla pratica sportiva; decidere di andare a letto con un uomo o con una
donna: tutto questo è legittimo e rispettabile, ma attiene all'ambito del Privato
e della libertà di scelta del singolo individuo, senza per questo dover essere
codificato giuridicamente.
L'ovvietà ed il buon senso di queste considerazioni renderebbero persino
stucchevole il doverle formulare.
In realtà non è così.
Il paradigma intellettuale della tecnoscienza moderna ed il suo alleato
ideologico, il pensiero debole della Sinistra post-marxista, hanno dato luogo ad
un sistema culturale che, come dicevamo all'inizio, sta mettendo in campo una
vera e propria aggressione ai capisaldi della nostra civiltà.
Ancora una volta a monte vi è un'estremizzazione del concetto giacobino di
Uguaglianza, associato all'arroganza filosofica di ritenere l'essere umano in
grado con le sue facoltà intellettuali di rendere il mondo perfetto, sovvertendo
l'ordine reale e naturale delle cose. E' lo stesso schema che dette origine nel
XIX secolo al totalitarismo comunista.
Allora l'equazione giustizia=eguaglianza venne declinata sul piano economico e
l'azione politica rivolta all'abolizione delle classi e della proprietà privata,
obiettivi raggiunti i quali si sarebbe realizzata la società perfetta. Oggi
sappiamo quanto sia costato in termini di vite umane quel progetto e come esso
minasse nel profondo la civiltà europea.
Oggi quell'equazione viene riproposta nella sfera dei diritti, in una
forma decisamente più soft, ma altrettanto folle. Basta guardare alle assurdità
che l'introduzione del matrimonio tra gay ha prodotto nel codici civile della
Spagna di Zapatero: leggendolo ci si accorgerà che sono state abolite parole come
"madre" e "padre", sostituite dalla dicitura "Genitore A" e "Genitore B". Allo
stesso modo sono scomparsi i vocaboli "moglie" e "marito", ai quali vengono
preferiti i termini "meno discriminatori" "Coniuge A" e "Coniuge B".
Quanto tutto questo sia semplicemente pazzesco non ha bisogno di essere spiegato.
Sarebbe esilarante se non consentisse altre mostruosità come l'adozione di
bambini da parte di persone dello stesso sesso o, peggio, il diritto a produrli
artificialmente.
I principi di non-discriminazione e di tolleranza vengono in questo modo
portati al parossismo, fino a negare legittimità a ciò che è normale, in nome di
astrazioni di natura ideologica che discriminano non più le minoranze, ma la
maggioranza del corpo sociale.
La sovversione delle strutture fondamentali della società, accompagnata dalle
infinite possibilità offerte dalla scienza moderna di sovvertire l'ordine
naturale delle cose - il tutto con conseguenze catastrofiche inimmaginabili -
rappresentano il fronte più avanzato di questa nuova grande battaglia di civiltà
in difesa dei valori che siamo chiamati a combattere.
L'assurda pretesa di negare le differenze e le identità, persino quella di
genere, in nome di un malinteso concetto di uguaglianza e di un'arrogante pretesa
a costruire un mondo perfetto e senza ingiustizie, deve spronarci ad approfondire
l'insieme di questioni che pongono i problemi bioetici tanto dal punto di vista
politico, quanto dell'elaborazione culturale: grazie a Dio non siamo tutti
identici come cloni, non abbiamo tutti le stesse possibilità, non tutto quello
che è tecnicamente realizzabile è giusto, non tutte le voglie ed i desideri è
opportuno che vengano soddisfatti, tanto meno possono essere considerati dei
diritti da garantire.
Con il referendum sulla fecondazione assistita il "fronte della normalità e del
buon senso" ha ottenuto una prima importante vittoria. La prossima che dobbiamo
conseguire è impedire al Governo Prodi, stimolando la gente a prendere coscienza
di quanto sta accadendo ed a scendere in campo, di presentare il 31 gennaio il
disegno di legge finalizzato all'introduzione dei PACS.
Alessandro Sansoni
Presidente provinciale Azione Giovani
Familypride
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright MARIGLIANO.net
Commenti