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Cronaca Redazione 27 gennaio 2007 19:02 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Quando decidemmo, nell'aprile del 2005, di presentarci con la nostra lista ed il nostro candidato alle elezioni comunali, lo facemmo in base ad una lettura della situazione politica che non ci lasciava sperare in una svolta nel modo di governare e di porsi rispetto ai cittadini. E già durante la campagna elettorale, il metodo di ricerca del consenso di chi ora governa sembrò dar forza alla nostra scelta.
Oggi s'impone una riflessione seria su quanto accaduto, ma soprattutto su quanto accade. La situazione politica della Marigliano odierna ci parla di una politica ridotta sempre più a teatro delle marionette, dove pochi burattinai tirano i fili di uno spettacolo deprimente. Nella Marigliano odierna è sempre più difficile distinguere le politiche, riconoscere i programmi e le visioni alternative su come dovrebbero funzionare la società le istituzioni. Un "sovrano" emerge sui suoi sudditi e si confronta con un altro "sovrano" da cui lo dividono interessi particolari.
Noi crediamo che la politica debba essere riportata sul suo terreno, che è quello dell'elaborazione, della ricerca di soluzioni per migliorare le condizioni materiali della maggioranza, un luogo, insomma, dove vengono messe a confronto visioni, idee.
Pensiamo che oggi, il nostro compito, da comunisti, da uomini e donne di sinistra, sia quello di proporre a quelle forze della sinistra che condividono questa analisi, l'ipotesi di un percorso comune, di un lavoro di lungo periodo che porti ad acquisire un bagaglio di conoscenze utile all'elaborazione, appunto, di una visione alternativa a quelle che hanno caratterizzato gli ultimi decenni mariglianesi.
Ai compagni dei Verdi e dei Comunisti italiani diciamo che occorre spingersi oltre la critica, la denuncia delle nefandezze di questo sindaco e dei suoi "mandanti" e andare oltre, rendere esplicita l'esigenza di un'alternativa ed iniziare a tratteggiarla, a disegnarla. Occorre "aprirsi" a quella parte del mondo associativo che trova sempre meno sponde nel mondo "esclusivo" della politica, e a quei cittadini che non aspettano altro che essere coinvolti, che vogliono partecipare.
Tutto ciò tende ad una visione diversa della politica, appare come una sfida culturale a vecchie concezioni, al modo di essere dei partiti e delle istituzioni. Ed è una sfida da lanciare a quella parte della sinistra che forse si è moderata un po' troppo, diventando pressoché invisibile, rinunciando al confronto sul terreno delle idee e spostandosi al tavolo delle logiche perverse, accettando di coesistere con clientele e spartizioni. Non riuscendo più a battere un solo colpo.
Certo, gli ultimi anni hanno lasciato un segno, ma non si possono non notare elementi di novità , di partecipazione, o meglio, di voglia di partecipazione. La lotta per la difesa dell'ambiente naturale come condizione per una vita migliore, per esempio, ci parla di una presa di coscienza di quali difficoltà attanagliano questo territorio; il crescente interesse per le tematiche connesse alla privatizzazione del servizio idrico va nella stessa direzione.
Il circolo della Rifondazione Comunista di Marigliano invita i Verdi e i Comunisti Italiani a lavorare sin da subito ad un'alternativa di metodo e di merito; che affronti duramente le contraddizioni di questo modo di fare politica; che includa nel suo percorso tutte quelle realtà "non politiche" che aspirano al cambiamento, che vogliono "rivoluzionare lo stato di cose presente". Per superare Paolo Russo e Tommaso Barbato. Per intravedere un'altra Marigliano possibile.
Giovanni Salomone
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