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Cronaca Redazione 01 settembre 2007 00:22 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Tutti sappiamo e diciamo che il nascente Partito democratico vuole essere un partito nuovo, aperto alle indicazioni ed alle esigenze della società moderna, un partito che deve convincere e coinvolgere non solo sul piano della proposta ma anche su quello dei comportamenti, un partito che deve segnare una rottura rispetto a vecchi schemi e a logiche ormai datate.
Eppure non mancano poi quelli che, nella pratica si comportano seguendo metodi che appartengono al passato ed asserendo, con grande incoerenza, che bisogna fare spazio al nuovo, che bisogna aprire ai giovani, che qualcuno, avendo fatto il suo tempo, deve tenersi da parte.
Per la verità non capisco dove sta la logica di tale ragionamento e soprattutto del comportamento. Per alcuni il nuovo è solo un auspicio e un modo di dire, ma la pratica è ben diversa. Per alcuni il nuovo significa fare fuori quelli ritenuti vecchi, ma solo per occupare spazi di comando, di potere e di controllo. Io credo che tutto sia solamente pretestuoso e legato ad una singolare competizione che non è non sui cointenuti e sulle capacità di pensiero, ma sulla rimozione dell’ingombro, che è oggettivamente forte, impareggiabile e ineguagliabile.
E’ per questo che si fa il discorso dei giovani e dei vecchi, ignorando volutamente che si può essere giovani ma comportarsi da vecchi, così come da vecchi si è in grado, per saggezza, intelligenza e preparazione, capire, interpretare e proporre il nuovo.
Del resto, parlare di Partito nuovo -e tutti concordano su questo- non vuole dire cancellare identità e storie anche personali, ma significa piuttosto atteggiarsi e lavorare in maniera nuova, diversa dal passato, dare cioè, nell’azione politica e nelle scelte, il senso del cambiamento rispetto alla società che cammina e corre più della politica.
Questo sta a dire che io non mi lascerò suggestionare da certi discorsi poco convincenti e poco credibili, né mi farò guidare dal certificato di nascita, per cui adeguerò la scelta mia, sostenuto in questo dai tanti miei amici, alla valutazione delle garanzie culturali e politiche, dalle esperienze maturate, dalle responsabilità avute, dalle analisi sviluppate su quello che deve rappresentare il Partito democratico nel Paese e nel contesto sociale, sul progetto da mettere in campo per dare risposte, in termini di evoluzione, di sviluppo, di crescita e di cambiamento, ai giovani, alle donne, ai padri e alle mamme di famiglia, agli studenti, agli intellettuali, ai ricercatori che per dedicarsi ai propri studi sono costretti a recarsi all’estero.
Di tutto questo occorre tenere conto nelle cose che il nuovo Partito deve fare e soprattutto nella scelta di coloro che debbono essere guida e classe dirigente del Partito democratico. Ed è proprio per tale motivo che la mia scelta e la mia fiducia piena ricadrà sul Presidente Ciriaco De Mita e in funzione di questa scelta mi adopererò con tutti i miei amici, presentando in tutti i 25 collegi,di Napoli e provincia, mie liste “pro De Mita”.
Dichiarazione del Presidente della Commissione Agricoltura
e Fondi Europei della Regione, Sebastiano Sorrentino,
sulle candidature nel Partito Democratico
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