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Cronaca Redazione 23 ottobre 2007 00:18 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Ennesimo "ubriaco" al volante. Ennesimo processo mediatico. Ennesima strumentalizzazione di una tragedia. La morte di un bambino di soli 10 mesi. Il coma della madre.
Eppure non si riesce a fare a meno di sottoporre il colpevole alla gogna televisiva. Ma chi è il colpevole? Perché dobbiamo sempre e comunque cercare un Nome e un Cognome contro cui urlare tutta la rabbia per le tragedie che capitano?
Ci rendiamo conto che il giovane 28enne aveva un tasso alcolico 1,17 e che probabilmente basta una birra media a creare un tasso del genere? Chiamarlo ubriaco è assurdo.
Sarebbe più corretto definirlo " incosciente", visto che NON ERA ubriaco, e che ciò nonostante ha spinto la sua auto ad una velocità superiore ai limiti in una strada di paese. O no?
Sembra che ciclicamente i telegiornali si affezionino ad alcune tipologie di notizie sottolineandole in maniera ossessiva. Qualche mese fa a tenere banco erano le morti sul lavoro, oggi sono gli ubriachi al volante. Non che non si muoia più sul lavoro, attenzione. E' solo che le morti sul lavoro non sono più "di tendenza", non attirano più, non creano abbastanza "sgomento". E allora oggi va di moda l'incidente causato dal troppo alcool, e via a cercare l'ubriaco assassino.
Se il fumo di sigarette fa male ed è acclarato, perché non metterle fuorilegge? Il problema è che viviamo in un Paese (nazione) che non sa creare alternative se non l'adozione di misure restrittive. Come cani al guinzaglio, bambini pronti ad essere bacchettati dalla maestrina, così ci trattano. Ma non sarebbe molto più sensato potenziare, o nel nostro caso, creare un trasporto pubblico notturno che funzioni veramente?
Visto che è impensabile privare le persone degli alcolici, non si potrebbe semplicemente evitare che guidino incentivando i trasporti pubblici? E' letteralmente inutile creare leggi più dure, perché l'unico risultato è che aumentano le infrazioni, ma le morti non diminuiscono mai. A me fanno ridere eppure molto, gli autovelox o le telecamere ai semafori. Nati come deterrente per ridurre i morti sulle strade, oggi sono delle vere e proprie trappole per arricchire le casse comunali.
Allora le telecamere vengono nascoste in maniera da fare invidia a James Bond, e le multe fioccano, i punti scendono e i comuni guadagnano insieme alle ditte appaltatrici che vendono le telecamere ma gli incidenti non diminuiscono (perlomeno sensibilmente); noi non possiamo far altro che pagare in soldoni, punti patente e a volte in vite umane per ciò che lo stato dovrebbe garantirci e come al solito non fa.
Con questo non bisogna dimenticare le responsabilità oggettive di chi sabato si è reso sua sponte protagonista di una tragedia, ma bisogna dare un nome preciso alle cose, prima di urlarle ai quattro venti in tv.
VERGOGNA.
Ettore Vivo
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