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Cronaca Redazione 05 novembre 2007 00:09 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Come diceva Massimo Troisi nella famosa scenetta quando parlava di "lavoretto"?...
"No, no, non guardate meÂ… guardate la mano!".
Ecco il "lavoretto" che va di
moda oggi qui a Marigliano: rubare il rame.
E visto che al cimitero è
finito: si sono rubati anche i perni che sostengono le lastre di marmo nelle nicchie e che
il business è buono, si stanno smontando zitti zitti e in tranquillità la linea Cancello -
Marigliano - Torre Annunziata della antica ferrovia Centrale.Il tutto quasi alla luce del
sole.
Certo, bisogna svegliarsi presto al mattino e fare il lavoro per
quando il sole sarà alto, ma in compenso si guadagna bene. Sembra uno scherzo. E invece è la
cruda verità .
Dalla località Ponte dei Cani fino a Marigliano mancano interi tratti di fili
di rame, che davano vitalità e forza alla vecchia "vettorina". Pare che questa cosa a
nessuno interessi. Nessuno che si indigni per questo. Nessuno che denunci, che se ne
preoccupi.
Ma dove viviamo? Uno Stato patrigno che sperpera danaro pubblico in sconcezze e
privilegi e non dà alle forze dell'ordine neppure i mezzi necessari per intervenire se
chiamati per una cosa così eclatante?!
Vi immaginate uno stuolo di ladri che alle prime luci dell'alba con grossi mezzi,
pale meccaniche, trattori, o altro, abbatte i pali della corrente, si mette a rotolare i
fili nella più assoluta tranquillità , li carica su un camion con un muletto e se ne va? Come
se fosse la cosa più normale di questo mondo. Come se fosse un' impresa lavorativa
regolare. Come se fosse un lavoro come un altro.
Ecco dove viviamo. In uno Stato che permette all'antistato di essere arrogante, di
ostentare la sua forza, di essere insolente, tracotante. C'è futuro in uno Paese che fa
finta di non vedere delinquenti, ladri, usurai e mafiosi, mentre isola e
tartassa i suoi figli più onesti, scrupolosi e incorruttibili?
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