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Cronaca Redazione 15 dicembre 2007 00:12 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
La IIª Sezione Penale della Corte di Cassazione, all'esito della udienza svoltasi il 06.12.07, ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Giovanni Alfano (nell'interesse di Caliendo Giovanni) e Lucia Pepe (nell'interesse di Fusco Salvatore). La Suprema Corte, infatti, ha deciso: a) di annullare le ordinanze con le quali il Tribunale del Riesame di Napoli confermava, nei confronti del Caliendo e del Fusco, il provvedimento applicativo della misura cautelare personale della custodia cautelare in carcere emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli - Dott.ssa Antonella Terzi - in data 26/04/07; b) di ritrasmettere gli atti al Tribunale di Napoli affinché si proceda a nuovo riesame del suddetto provvedimento applicativo emesso dal G.I.P.
La Corte di Cassazione ha così accolto la tesi difensiva degli avvocati incentrata principalmente sulla violazione delle norme sul diritto di difesa, violazione che avrebbe inficiato alcuni atti fondamentali per la pubblica accusa assunti nella fase delle indagini dai Carabinieri di Castello di Cisterna.
Va precisato che sia il Caliendo che il Fusco (entrambi attualmente detenuti) risultano essere indagati in un procedimento penale della DDA Procura della Repubblica di Napoli - P.M. procedente dott. Vincenzo D'Onofrio - procedimento a carico Castaldo Giuseppe (alias Peppe O' Commerciante) ed altre 8 persone (tra cui proprio il Caliendo e il Fusco), nel quale vengono contestati agli indagati i reati di estorsione, nonché di porto e detenzione abusiva di armi da sparo e relativo munizionamento, reati tutti aggravati dall'art. 7 L. 203/91 (fatti commessi in Marigliano).
A seguito del suddetto procedimento penale, su richiesta del P.M. D'Onofrio, il G.I.P. di Napoli dott.ssa Terzi emetteva in data 26/04/2007 ordinanza di custodia cautelare eseguita dai CC di Castello di Cisterna che traevano in arresto tutti e nove indagati.
Carmen Allocca
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