Cronaca
Redazione
01 aprile 2008 07:19
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VERSO LE ELEZIONI: CON QUALE PARLAMENTO?
di Salvatore Sapio
Il 13 e 14 aprile prossimi circa 50 milioni di italiani sono chiamati ad eleggere i membri del nuovo Parlamento.
Qualcuno ha affermato che lo scioglimento anticipato del Parlamento è stata come una tegola caduta in testa al cittadino italiano:
questa volta, in realtà , si tratta di una tegola che già da tempo si era staccata dal tetto vagando nell'atmosfera italiana per un
periodo di tempo più o meno lungo a causa della quasi parità numerica, in seno al Senato, dei rappresentanti degli opposti
schieramenti politici.
Una parità numerica che, in qualche modo, ha sconvolto la mente degli italiani i quali si sono trovati ad assistere, per circa
due anni e mezzo, ad una surreale partita di tennis nella quale sembrava aver la meglio ora l'uno ora l'altro schieramento politico.
Dicevo poc'anzi di una tegola metaforica che vagava sulla testa degli italiani! Il pericolo era nell'aria! Ne erano tutti consapevoli,
eppure nulla si poteva fare per evitarlo! La tegola è caduta e, purtroppo, si deve rimediare: il paese tutto deve sopportare l'onere
pesantissimo della spesa necessaria per mettere in moto l'apparato elettorale.
A parte le opportunistiche ragioni politiche o personali che hanno potuto determinare la caduta del governo Prodi ed il
conseguente scioglimento del Parlamento da parte dl Presidente della Repubblica, non sarebbe stato preferibile continuare sulla
strada del risanamento dei conti pubblici dal momento che l'economia italiana langue nella palude della recessione economica
mondiale?
Il proliferare dei partiti politici contribuisce a rendere difficile la vita di qualsiasi governo: se poi si considera che in
parlamento sono rappresentati tanti piccoli partiti i quali guardano solo alla propria crescita ed all'accrescimento del proprio
potere politico ricorrendo anche al deleterio ed aberrante strumento del ricatto, si ha il quadro completo e dettagliato di quanto sia
difficile governare in un paese in cui tutti comandano, tutti criticano, tutti vogliono che altri non amministrino o fanno in modo che
non si amministri nel modo migliore per il paese. Se è vero che i partiti politici sono costituiti dalla cittadinanza, è altrettanto vero
che la massa dei cittadini è fatta oggetto di continue, e spesso inutili, chiamate alle urne per eleggere i propri rappresentanti al
Parlamento i quali, il più delle volte, si sono dimostrati poco attenti alle problematiche del paese se non addirittura indegni o
incompetenti nell'espletamento del mandato loro conferito dagli elettori.
L'irresponsabilità dei politici si sta diffondendo ed affermando sempre di più! Non è politicamente responsabile chi,
anziché guardare gli interessi del paese, cerca in tutti i modi di non far attuare provvedimenti idonei a trarre il paese dalle difficoltÃ
a creare le quali hanno contribuito un po' tutti i partiti sia quelli che costituiscono la maggioranza sia quelli che rappresentano la
minoranza ma che in precedenza hanno governato. L'obiettivo è: non permettere che altri facciano ciò che io non sono stato
capace di fare! Ecco perché si fa il possibile per rovesciare un governo anziché collaborare a risolvere certi problemi che
attanaglino la società . Ecco spiegati i continui tentativi di dare la "spallata" al governo. L'ideale sarebbe che le varie fazioni
politiche collaborassero tra loro sulle linee generali per risolvere i grandi problemi del paese anche se ciascuno di esse può fare
dei distinguo sui contorni del provvedimento: se mancano le abitazioni costruiamolo insieme il palazzo poi ci metteremo d'accordo
sulle rifiniture per abbellirlo, ma costruiamolo. Questo sarebbe l'ideale che il comune cittadino vorrebbe dai politici.
Un dato però è incontestabile! Tutti i partiti politici e i loro rappresentanti sono interessati (o si sono dimostrati interessati)
al governo della cosa pubblica non tanto per il bene del paese ma, spesso, per mettere in atto i programmi prefissati per curare gli
interessi propri o dei pochi loro fautori o coadiutori. S aggiungano poi i casi, purtroppo non sporadici, di corruzione che portano
all'indebito arricchimento di molti politici e loro protetti attraverso una serie di reati molto spesso soffocati nel rispetto della
famigerata "immunità parlamentare" o che diventano "leciti, consentiti e legalizzati" per effetto di leggi e leggine appositamente
studiate e fatte approvare il cui rispetto è demandato alla magistratura la quale deve applicarle e farle rispettare.
Di leggi studiate ed approvate allo scopo di favorire questo o quel politico, questo o quel partito politico, questa o quella
categoria di imprese o di personaggi e… chi più vuole più ne metta, ve ne sono a migliaia nell'ordinamento italiano.
Tornando alla competizione elettorale, è necessario ed opportuno far notare che le prossime elezioni politiche si svolgeranno
sulla base di una particolare legge-truffa: la legge n. 270 del 21 dicembre 2005, vale a dire l'ultima legge elettorale, quella scritta
dal ministro Calderoli e da lui stesso definita Â… una "porcata".
Ma perché è una legge-truffa?! Perché ha sottratto al cittadino italiano il sacrosanto diritto di scegliere i propri
rappresentanti da mandare in parlamento. Infatti, la legge in questione, con l'istituzione delle cosiddette "liste bloccate", non dà la
possibilità di indicare la preferenza fra i candidati i quali vengono eletti in base alla posizione occupata nella lista predisposta dal
partito cosicché il cittadino, nell'esercizio del diritto di voto, non elegge più un candidato ma conferma la decisione del partito che,
predisponendo la lista, sceglie anticipatamente i propri rappresentanti da mandare in parlamento: in pratica il cittadino è chiamato
ad eleggere gli "eletti" dal partito a meno che, solo per non vedere eletto un candidato che ritiene no meritevole del proprio voto,
non decida di dare il voto ad altro partito. Tale norma è decisamente antidemocratica e soprattutto anticostituzionale in quanto
limita il diritto di voto in relazione alla libertà di scegliere il candidato che il cittadino ritiene idoneo, meritevole e soprattutto degno
di rappresentarlo in parlamento: la lista bloccata introdotta con la legge elettorale del 2005 è palesemente in contrasto con
l'articolo 48 della Costituzione che recita testualmente: "Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere
civico.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di
indegnità morale indicati dalla legge".
Questo per quanto riguarda i diritti del cittadino!
Ma la legge n. 270/2005, che, per la cronaca, fu approvata con i soli voti della maggioranza parlamentare, sembra studiata
appositamente per creare un Parlamento nel quale è difficile, o impossibile, avere una maggioranza assoluta, come ha dimostrato
l'ultima legislatura caratterizzata da una sostanziale parità numerica di senatori, appartenenti alla maggioranza di governo e
all'opposizione, che ha avuto come conseguenza la caduta del governo.
La legge è stata approvata da una maggioranza che, forse per motivi esclusivamente opportunistici del momento, non ha tenuto
in debita considerazione il risultato del referendum del 18 aprile 1993 che con un consenso dell'82,7% dei voti sancì l'abrogazione
di alcuni articoli della preesistente normativa elettorale proporzionale del Senato della Repubblica, configurando un sistema
maggioritario istituito dalle leggi n. 276 e 277 del 4 agosto 1993 rispettivamente per il Senato e per la Camera dei
Deputati.
Il comportamento del governo di centro-destra in essere nel 2005 ha dimostrato poca sensibilità nei confronti dei cittadini
sia per quanto riguarda l'introduzione delle liste bloccate sia per quanto riguarda il più generale sistema elettorale il che ha un
solo significato: la volontà dell'elettorato non ha alcun valore perciò non può o non deve condizionare le scelte di pochi ai quali è
stato conferito l'altissimo ed onorevolissimo mandato di governare il paese.
La porcata legislativa non è stata modificata forse perché l'indicazione degli eletti (sicuri), da parte dei partiti, faceva
comodo un po' a tutti i parlamentari in carica, e perciò produrrà , quasi certamente, l'effetto dell'ingovernabilità anche nel
parlamento che uscirà dalle urne il prossimo 14 aprile: soprattutto perché i partiti fino ad ora non hanno ancora indicato quale
strumento intendono adottare per risolvere la crisi economica, la crisi del lavoro, il problema dell'inefficienza della pubblica
amministrazione, ma soprattutto perché non hanno spiegato agli elettori come intendono affrontare la questione morale dal
momento che alla vigilia della presentazione delle liste hanno sbandierato ai quattro venti la volontà di non presentare candidati
inquisiti o condannati mentre dalla lettura delle liste si notano ancora i nomi di certi personaggi venuti alla ribalta delle cronache
per essere stati iscritti nei registri degli indagati per corruzione o, peggio ancora, venuti alla ribalta della cronaca per accertata e
dimostrata indegnità di rappresentare la cittadinanza.
Nell'attuale campagna elettorale i partiti, attraverso i propri leaders, sembrano preoccuparsi solo di fare dichiarazioni che
soddisfino le aspettative dei cittadini enunciando, verbalmente, quello che, al momento, i cittadini vogliono sentir dire.
SIAMO DI FRONTE AL VERO E PROPRIO POPULISMO SE NON ADDIRITTURA ALLA CIARLATANERIA IN QUANTO CI SI VANTA DI
POSSEDERE VIRTU' TAUMATURGICHE INESISTENTI.
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