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Cronaca Redazione 28 febbraio 2009 23:25 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
POMIGLIANO D'ARCO - E’ stato tutto davvero molto bello, vedere migliaia di persone manifestare pacificamente, con la tensione in corpo per il futuro proprio e di un intero territorio, è davvero molto bello. La manifestazione cittadina che ha interessato ieri il 26 febbraio, Pomigliano D’Arco, circa la possibilità concreta che Fiat ed ancora peggio il suo indotto, siano in pericolo di scomparire da queste terre, è stato un atto necessitato.
Una industria che ha lentamente ridotto i regimi produttivi, volutamente, trasferendo parte della produzione altrove -149 a Cassino- che è esternalizzata o peggio ormai “esterolizzata”, presente ormai dove manodopera e sindacalizzazione hanno livelli più bassi, non è un affare accaduto in questi giorni. Personalmente allora, la manifestazione di ieri, non testimonia altro che il ritardo di percezione, della politica e delle istituzioni rispetto a quello che stava accadendo, peggio invece se si dovesse immaginare, che c’è stato dolo, che tutto questo, sia stato volutamente fatto accadere, con una attesa diabolica, un attendismo tattico.
E’ dal 2006 che ho iniziato ad interessarmi giornalisticamente, sulle pagine di un quotidiano campano, di questioni industriali del polo pomiglianese. E’ da quella data, che ho iniziato a parlare di quello che purtroppo oggi è accaduto. Non sono mancate voci in tale direzione, lo sviluppo del dibattito intorno al pericolo di vedere quasi irreversibilmente scomparire la grande industria a Pomigliano, era chiaro già anni addietro, silenzio però, grave silenzio, passerelle a volte del personaggio di turno, sicuramente però frustrazione per quanti questa realtà l’avevano chiara, la direzione verso l’arretramento di missioni industriali, senza entrare nel merito politico-industriale, era scritto a chiare lettere.
Adesso si mobilita finalmente tutta la città, la nostra associazione ricorda con orgoglio misto però a rabbia, la manifestazione organizzata sul Polo Industriale, il dodici maggio del 2008. Era presente tutto il sindacato di base di Avio, Fiat e Alenia, il segretario Nazionale dell’Ugl Centrella, la segreteria nazionale della Fiom con Cremaschi, Sgambati per la Uil Campania, Sindaco Della Ratta e consigliere Regionale Caiazzo, sotto il titolo “Polo industriale ieri, oggi e il domani?”. Non volendo più andare oltre sul versante analitico , lo avevamo detto. Adesso c’è da smascherare gli attendisti, i tattici, i paternalisti o peggio, chi questo per affari di bottega, avrebbe voluto che fosse accaduto, tatticamente.
Un invito dunque al sindacato, un invito al sindacato affinché in questo momento si agisca unitariamente, per porre la questione sviluppo del Mezzogiorno, quale priorità assoluta, non ci si fermi alla singola seppur gravissima questione Fiat di Pomigliano, se la si dovesse come ragionamento isolare, si correrebbe il rischio di fare il gioco di qualcuno, stare cioè alle regole di una partita che vede in questo momento l’unica soluzione al problema nel concedere o meno soldi all’industria. Non è così assolutamente che bisogna procedere, non è assolutamente così che si risolverebbe la questione Pomigliano. Quanto si è disposti ad investire su nuove e specifiche professionalità dei lavoratori, in quale produzione industriale, peculiare, concentrarsi, quanto la regione Campania è disposta ad investire in questi territori, con quali regole e con quali poi pretese da vantare nei confronti di chi è fin da ora disposto ad incassare ?
Fiat, Regione ed inevitabilmente poi il Governo del paese, stretti intorno ad un tavolo non più di solo confronto ma finalmente immediatamente programmatico, con l’obbligo a questo punto di dire al paese, se Pomigliano- o le tante Pomigliano - può ancora avere un futuro industriale imponente. Si badi però, per non tornare a dirci che era già stato detto, l’impatto sociale, proprio sulla sicurezza, quella tanto cara a chi è abituato ad occuparsene solo a cose fatte, è davvero l’elemento determinante del ragionamento. Attenzione tutti, l’arretramento di settori industriali, quelli per intenderci che distribuiscono più equamente le ricchezze, che determinano cioè un sistema economico sociale più o meno livellato, quando iniziano il trend, comportano non solo la paralisi economica del terziario, fino all’avanzato, poi inevitabilmente, si inizia a parlare d’altro.
Pasquale Marrazzo
Presidente Regionale
Associazione “Legittima Difesa”
-Movimento a tutela dei diritti dei cittadini -
RIF.
associazionelegittimadifesa.it
e-mail legittimadifesacampania@gmail.com
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