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Cronaca Redazione 21 marzo 2009 21:26 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Se è vero che le crisi non sono altro che un trasferimento di ricchezza e di potere, bisogna ritenere che da qualche parte e in qualche modo siano in grado di produrre effetti positivi.
Parto da questa che reputo una verità assoluta per dare una definizione di crisi leggermente diversa, da quella che di solito viene tradotta dai media e dagli organi che si occupano di comunicazione, mi rendo perfettamente conto di quanto sia difficile assumere atteggiamenti meno che pessimistici sul futuro in questo periodo, ma esercitare il mestiere del fare impresa, presuppone un’ inclinazione al domani positiva o almeno, banalizzando la questione, una speranza di ottenere un bilancio che per differenza tra costi e benefici, esprima un segno positivo.
Si badi bene, non dico che la crisi sia solo mediatica, anzi è assolutamente reale ed è soprattutto una crisi di liquidità, una crisi del credito, della finanza e di conseguenza di fiducia, di cultura, di politica economica, ma è anche una crisi che per definizione apre nuove opportunità. Quali opportunità ? La storia insegna e ci dà qualche risposta.
Se ci si sofferma con lo sguardo su chi in passato ha saputo cogliere e intraprendere le nuove sfide generate dalla crisi (sfide che una volta vinte hanno generato per decenni sviluppo e benessere), si nota un lungo e spesso filo rosso che unisce tutti quei paesi e quegli operatori economici che hanno affrontato e vinto le emergenze e i followdown del sistema economico, si pensi ad esempio alla crisi petrolifera del 72, potremmo senza temer smentita affermare che la stessa aprì le porte al settore delle auto giapponesi, più efficienti ed economiche, come quella dell’87 ha visto l’ascesa della Silicon Valley, etc…
Quindi cosa ci insegna la storia dell’ economia ? Che la crisi la supera chi investe in mercati innovativi, chi si apre a nuovi scenari, poiché in questo modo si ha la possibilità di superare indenne i momenti difficili del ciclo economico avendone vantaggi evidenti.
Chi si oppone senza generare un cambiamento sostanziale muore e chi si adatta e segue l’onda, resta in balia degli eventi.
E’ necessaria una capacità politica e imprenditoriale che permetta di guardare oltre e identificare le necessità future, la differenza sostanziale con le passate edizioni cicliche della crisi è sostanzialmente questa, il momento odierno è un “fritto misto” tanto di opportunità quanto di pericoli, non solo per le imprese, ma per la formazione della nuova cultura economica che dovrà governare il prossimo periodo di crescita, quindi è necessario che ora e senza ulteriori indugi e ritardi, si svegli dal letargo il “NUOVO” e prenda in mano le redini del futuro, puntando allo sviluppo di tutte quelle risorse rinnovabili nel ciclo umano e ambientale e quindi economico, che per uscire fuori di metafora sono sostanzialmente tre, i Giovani, la Conoscenza, l’ Ambiente.
In America, il nuovo, rappresentato anche in termini generazionali da Obama, ha deciso che il futuro deve essere sostenibile, quindi si deve puntare sull’ Ambiente e per farlo si deve investire sull’ economia della Conoscenza, che è un’ ottima sintesi di quella che viene considerata da alcuni economisti la New Road del futuro ciclo economico e storico nel quale ci apprestiamo ad entrare, o nel quale alla nostra sprovveduta insaputa siamo già entrati.
Dunque innovare per sopravvivere, chiaramente con l’ aiuto di tutti gli attori protagonisti e non che volenti e nolenti stanno già recitando la loro parte nella nuova sceneggiatura e che speriamo ci candidi almeno all’ Oscar.
Angelo Bruscino
Presidente Giovani Confapi Campania
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