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Cronaca Redazione 14 luglio 2009 23:28 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
Questa mattina, a Nola, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e della Aliquota Operativa della Compagnia di Nola, nell’ambito di attività investigative per il contrasto alle attività della criminalità organizzata nell’area nolana, hanno localizzato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto per usura e tentata estorsione in concorso aggravati dal metodo mafioso Sirignano Giovanni, 28 anni, residente a Visciano, genero di Salvatore RUSSO, 51 anni, capo del clan “Russo”, latitante inserito nell’elenco dei 30 ricercati più pericolosi in ambito nazionale e D’Eleia Antonio, 35 anni, residente a Visciano. Entrambi elementi apicali ed affiliati al clan dei “Russo” operante nell’area nolana e facente capo ai noti latitanti Pasquale e Salvatore Russo, irreperibili da oltre un decennio.
L’operazione ha tratto spunto da una corrispondenza censurata a Russo Michele, 28enne (figlio del suddetto latitante Salvatore) attualmente detenuto in regime di 41 bis, il quale scriveva al cognato Sirignano Giovanni di “tirare le orecchie” a un imprenditore del Nolano.
Successive indagini, supportate da attività di natura tecnica, ma effettuate anche con servizi di osservazione, controllo e pedinamento hanno permesso di identificare l’imprenditore Nolano vittima del clan il quale era sottoposto ad usura avendo ricevuto dal Sirignano nel marzo scorso la somma di 44.000 euro e doveva restituire 55.000 euro alla scadenza di 2 mesi (pari al 150% di interesse annuo).
Tale imprenditore, insieme al socio, non avendo potuto onorare il debito, era stato più volte picchiato e minacciato di morte dai fermati per costringerlo al versamento del denaro oppure alla cessione di un appartamento.I fermati sono stati associati alla casa circondariale di Poggioreale.
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