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Cronaca Redazione 25 luglio 2009 00:59 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
La voce cristallina, i toni intimi e le accelerazioni tribali dell’artista africana Rokia Traorè faranno da protagonisti questa sera a Castel Sant’Elmo per il festival internazionale di musica etnica Ethnos, dal 14 al 31 luglio a Napoli e provincia. Il Festival che ha già ospitato artisti come Gilberto Gil, Buena Vista Social Club, Seun Kuti, Mafalda Arnauth ed altri, propone ancora una volta un’artista dal formidabile potere carismatico.
Chic e popolare allo stesso tempo, Rokia è sempre alla ricerca di nuovi suoni e sperimentazioni. L’ultimo album, Tchamantché pur facendo parte della musica africana assolutamente non ha paragoni. Testi poetici e pieni di mistero ci restituiscono una Rokia languida e sensuale, con sfumature vocali complesse e mature, interpretati con una grinta da guerriera.
Ritmi occidentali si alternano a strumenti africani tradizionali, - “perché il risultato dipende sempre dalla dimensione intima della persona, ed io sono un’Africana. Ma appartengo a una nuova generazione che guarda in modo nuovo all’Africa e alle sue tradizioni musicali”. Nell’album, Rokia non si sottrae a temi difficili ed attualissimi come la piaga africana dell’immigrazione clandestina, la condizione delle donne africane, ma troviamo anche canzoni intime e personali, delle ballate meditative ed esplosioni ritmiche di gioia.
Nata nel 1974 in Mali, figlia di un diplomatico, ha trascorso la sua vita tra USA, Europa e Medio-Oriente. Dopo gli studi in Belgio, Rokia debutta in una rap band. Ma ben presto sente dentro di sé il richiamo delle sue radici maliane, interpretate in chiave contemporanea con strumenti tradizionali. Collaborazioni eccellenti con il Kronos Quartet, Fontella Bass, Dianne Reeves, Manu Dibango, Khaled e Youssou N’Dour.
Un album sorprendente, in cui troviamo anche una splendida cover del classico di Billie Holiday The Man I Love, Tchamantché è ritenuto l’evento musicale dell’anno.
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