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Cronaca Redazione 12 maggio 2010 17:48 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MAGGIO DELL’ARCHITETTURA ANNO TRE
NOLA - “Architetto dalla nascita e per volontà di Dio”, è così che è stato definito l’architetto costruttore Fabrizio Caròla, nell’incontro organizzato dalla SiebenArchi di Nola, nelle basiliche paleocristiane di Cimitile. “Architetto che disegna con la matita, non un teorico, ma un tecnico alla vecchia maniera con la passione dell’arte che sappia sposare le esigenze e le richieste del territorio”, commenta l’architetto Antonio Ciniglio. Presentato dall’arch.
De Rosa Luciana come un precursore della sostenibilità intesa non solo come risparmio energetico, ma anche sotto il profilo costruttivo e sociale. L’ospite della serata ha calamitato l’attenzione degli astanti nel racconto minuzioso della sua carriera e dei suoi prodotti-figli, corredando il tutto con una galleria strepitosa di immagini. “In una società in cui si è perso il senso di architettura inteso come problema sociale e politico - precisa il presidente dell’associazione Rosa Ferrara - il nostro intento, in questi incontri che si snoderanno lungo tutto il mese di maggio, sarà quello di riscoprire il “ben fare” nell’architettura”.
L’architetto Caròla, da circa trent’anni col suo ostinato lavoro di costruttore, è impegnato a sostenere l’efficacia di un modello costruttivo fondato sul recupero di elementi della tradizione mediterranea: archi, volte, cupole. Ammalato del mal d’Africa, ha iniziato a lavorare in quelle terre deserte nel lontano 1961, e dopo anni ha dato vita e consistenza all’Associazione Napoli Europa Africa, una Onlus che agisce nel settore della cooperazione internazionale per contribuire ad un nuovo dialogo fra Europa ed Africa. La sua idea di architettura, come spazio primario, è un’ostinazione che lo ha portato a trascorrere gran parte della sua vita lontano dall’Italia.
Ma lo ha orientato nel senso di progetti che non debbano necessariamente essere prototipi di belle architetture - aggiunge De Rosa - ma sempre e solo manufatti che rispettino il luogo dove devono essere edificati. “La cupola è una forma di copertura che mi ha sempre attratto ed affascinato fin da quando, ancora ragazzo, ho pensato di diventare architetto – ha detto concludendo Caròla - Trovo che le superfici curve e raccordate siano più vicine alla forma della natura e perciò più adatte a racchiudere o accompagnare la vita dell’Uomo”.
L’ospedale di Kaédi in Mauritania ne è il massimo esempio, i corridoi luminosi e le stanze progettate per ospitare parenti, rappresentano la summa del suo fare arte in libertà, ma di una libertà rispettosa dei luoghi dei climi e dei materiali costruttori.
Dott. Della Gala Alfonsina
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