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Cronaca Redazione 30 maggio 2010 19:30 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Sodano: “Inquinamento delle falde è nelle mie denunce da dieci anni. La priorità è la bonifica per evitare la catastrofe. oggi se ne accorge anche il procuratore Lepore, ma che fine ha fatto la mia denuncia del 1° giugno 2009?”.
Benchè si tratti di una ulteriore conferma alle denunce portate avanti da me in questi anni, posso tranquillamente affermare che non servivano certo le dichiarazioni del pentito Vassallo per sapere che i terreni dell’ex discarica Resit, nella zona di Giugliano, venivano avvelenati con una commistione agghiacciante tra politica, camorra e imprenditoria. L’area degli sversamenti abusivi è molto più vasta e corre lungo l’asse dei Regi Lagni dalla zona Nolano-acerrana fino al litorale domizio.
La presenza di metalli pesanti e sostanze cancerogene nella falda acquifera, con danni ingenti alla salute dei cittadini ed alle attività agricole, non è una novità né per noi, né tanto meno per le Istituzioni che da anni dispongono di Dossier dettagliati sulla gravissima situazione del territorio campano.
Il blocco totale dell’utilizzo dei pozzi e il divieto di commercializzazione di frutta e verdura, provvedimenti paventati in queste ore, dimostrano che il “punto di non ritorno” preconizzato, attraverso le mie denunce, anni fa è già stato raggiunto.
E’ il caso di ricordare che il divieto di utilizzo dei pozzi agricoli è stato già imposto negli anni scorsi ad Acerra insieme al divieto di pascolo per la presenza di un pesante inquinamento dell’acqua e del suolo. Una situazione che in questi anni è stata aggravata dalla riapertura irresponsabile delle discariche, sotto la gestione commissariale di Guido Bertolaso, dalla costruzione dell’inceneritore di Acerra senza alcuna garanzia per la salute dei cittadini e da altri interventi nocivi per il territorio.
In un contesto catastrofico per l’ecosistema campano, affermo con forza che non sono ammissibili altri interventi che abbiamo un impatto su un territorio già martoriato in questi anni. In questo momento l’unica cosa che va intesa come priorità assoluta è la bonifica dei siti più inquinanti, anche se dobbiamo comprendere che serviranno circa trenta anni e tanti miliardi di euro per vedere i primi risultati, a condizione che si parta da subito.
Per noi il momento delle denunce era iniziato da un pezzo, ora è arrivato quello di agire ed in tal senso mi fa rabbia che, tra la lentezza degli organi inquirenti, certo non agevolati dalla procura unica e dai poteri tolti ai pm dai decreti emergenziali e una gestione commissariale non attenta, si siano persi anni e sperperato denaro pubblico, nonostante il quadro per noi fosse già chiaro da tempo.
La Regione e il Governo diano subito il via libera a investimenti ingenti per caratterizzare tutti i siti inquinati e avviare una bonifica all’altezza della gravità del momento, coinvolgendo uomini di scienza da tutto il mondo per dare tutte le garanzie sulla correttezza e sull’efficacia degli interventi.
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