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Cronaca Giuseppe Cerciello 25 febbraio 2006 22:47 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
Ieri sera ero davanti ad un buon bicchiere di vino ed
ascoltavo un po' di musica (è sempre bello godersi BB
King con del corposo rosso delle nordiche terre
d'Italia) e mi sono ritrovato a riflettere sulla
politica, ovvero su quello che un tempo era definita
"ragion di Stato" o "arte del governo" ed oggi è
divenuto il giocattolo di pochi. Stranamente eletti
dai tanti.
Mi sono tornate in mente le parole del Machiavelli "si
habbi nelle cose a vedere il fine e non il mezzo" dove
la salvezza ed il bene dello Stato venivano prima di
ogni altra cosa, dove il Principe non è padrone ma
servo dello Stato, dove le stesse idee e le
convinzioni etiche del governante sono poste in
secondo piano rispetto al bene della moltitudine.
Attenti, però, il Machiavelli non confonde il bene ed
il male, è vero che il bene dello Stato viene innanzi
ad ogni cosa ma "il fine giustifica i mezzi" è una
forzatura fatta dai Gesuiti qualche tempo dopo,
avevano tante cose da giustificare.
Tenendo conto di tutto ciò mi sono allora chiesto:
ed i nostri politici allora?
Coloro che oggi dovrebbero garantire il bene dello
Stato (inteso in senso lato), perseguono tale fine?
Ma certo che lo fanno, molti di loro però hanno solo
apportato una leggera modifica agli insegnamenti del
Machiavelli sostituendo a "ciò che è bene per lo
Stato" con "ciò che è bene per se stessi".
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