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Cronaca Redazione 18 febbraio 2010 19:02 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Dichiarazioni Sindaco Biancardi su ricostruzione arresto boss Giacomo Alberto
NOLA - In merito alla notizia apparsa questa mattina su diversi e noti quotidiani nazionali e riportata ieri all’interno del Tg1 delle 20 (Tg di massimo ascolto nazionale, come confermano i dati Auditel), relativa al nuovo arresto del boss Giacomo Alberto, considerato capo dell’omonimo clan operante a Barra, sorpreso a settembre scorso per le vie del quartiere napoletano, durante la Festa dei Gigli, nonostante fosse agli arresti domiciliari per reati di associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione pluriaggravata, come testimoniano alcuni filmati su You Tube, il Sindaco Geremia Biancardi, precisa:
“Proprio mentre la città di Nola commemorava con convegni e manifestazioni di rilievo nazionale il suo concittadino Giordano Bruno, arso vivo in Campo de’ Fiori a Roma 410 anni fa, la nostra città veniva erroneamente associata ad episodi camorristici che nulla hanno a che vedere con il nostro territorio e la nostra amata Festa. La notizia dell’arresto del boss Giacomo Alberto riportata da diverse testate giornalistiche, dal Tg1 e da altri telegiornali nazionali, è stata infatti corredata da foto e filmati che ritraevano la ballata di un giglio, oltre che a Barra, anche nella riconoscibilissima piazza Duomo di Nola.
Tutto ciò è gravissimo – ha continuato Biancardi –. Una superficialità assurda se si considera che nel testo, così come riportato anche da una nota Ansa e dallo stesso video apparso su YouTube, veniva specificato il luogo dove si è svolto l’episodio (Barra) e il suo contesto (Festa dei Gigli di Barra). Evidentemente quando si parla di Festa dei Gigli inevitabilmente si pensa a Nola per le sue radici e tradizioni storico–culturali ben consolidate e riconosciute, tuttavia è inammissibile la leggerezza con cui è stato trattato l’argomento, associando un simile episodio alla nostra città ma, soprattutto, alla nostra Festa, che, come tutti sanno, ricorre l’ultima domenica di giugno e non a settembre come si evince erroneamente nel servizio del Tg1.
Una serie di errori e di inopinate superficialità che nuocciono all’immagine della città e su cui non possiamo in alcun modo soprassedere.Motivo per il quale, oltre a chiedere l’immediata rettifica, come previsto dalla legge sulla stampa, abbiamo già avviato tutte le procedure legali per difendere la nostra città e la nostra Festa dalla leggerezza con la quale giornalisti e operatori del settore diffondono notizie infondate che minano l’immagine di un territorio, da sempre volano di sviluppo, promozione e valorizzazione culturale.
Autilia Napolitano
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