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Cronaca Redazione 14 maggio 2010 23:07 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
NOLA- In merito alle dichiarazioni del Sindaco sulle “cene del venerdì antecedente la ballata dei Gigli”, Città Viva osserva:
- l’etichetta affibbiata alle “tavoliate” di “momenti puramente goliardici…..e quali iniziative ben lontane dal vero spirito della festa” induce ad alcune riflessioni che qui esprimiamo al solo scopo di alimentare e rendere alto lo studio ed il confronto di idee.
Va stabilito in prima battuta quale è “il vero spirito della Festa” così come tramandataci nel corso dei secoli. In secondo luogo va esaminata l’evoluzione che la festa ha registrato nei secoli ed i motivi che l’hanno determinata. Un rapido excursus del “De Nola” di A. Leone offre l’occasione di conoscere come si svolgeva la festa alla metà del 1500 e certamente presenta un’anima molto diversa da oggi, così come oggi dobbiamo registrare profondi mutamenti e radicali trasformazioni rispetto a quelle che si svolgevano appena quaranta anni orsono.
Ma poi, qual è il vero spirito della festa? Il nostro Sindaco che sembra animato da pie intenzioni ritiene motivo di degrado ambientale e culturale “le tavuliate” quali espressioni di una festa divenuta all’improvviso “plebea” che scade in manifestazioni di dubbio gusto e in ubriacature collettive.
Certo, in ogni cosa che fa l’uomo, possono aversi eccessi.
Ma è forse il vero spirito della festa quello che si osserva nei “preliminari” dell’assegnazione dei Gigli? O quello dell’ostentazione del potere e del prepotere e talvolta anche della violenza bruta durante la ballata che si dilata a dismisura solo per “il piacere in sé”?
Lo spirito originale della festa non si è forse perduto quando i politici hanno compreso che si apriva davanti ai più scaltri una voragine di voti facili e talvolta di scambio? Non si è forse perduto quando la dottrina del vescovo Paolino, fattosi povero tra i poveri, è andata lentamente trasformata in mito e in un rito dal sapore infelicemente onirico?
Senza dubbio occorre moderazione e morigeratezza. In tutto. Il Sindaco si è mai chiesto se queste “tavuliate”, sorte spontaneamente negli anni ’80 e poi a mano a mano moltiplicatesi, non rispondano ad una esigenza collettiva di riappropriazione della festa da parte del popolo che ne è stato estromesso di fatto dall’opulenza economico-finanziaria richiesta dall’organizzazione dei Gigli, dalla non appartenenza a gerarchie delle caste paranzare, dalla esclusione dalla fase decisionale dell’organizzazione della festa. Il popolo da tempo non è più attore ma semplice spettatore, spesso annoiato e stanco.
Il Sindaco tira in ballo il riconoscimento dell’UNESCO e dimentica, mi pare, le perplessità che espresse la dott.ssa Katia Ballachino sull’argomento, durante un incontro curato dall’Assessore ai beni culturali sull’argomento.
Città Viva ritiene praticabile una via maestra fatta di responsabilità e di concordia senza chiudere in recinti delimitati la spontanea espressione popolare, anche perché ad ogni costrizione di legge fa riscontro di massima una reazione di libertà ad ogni costo.
Bisogna concordare delle linee guida e se ci scappa qualcosa di troppo non ne facciamo un dramma, come non lo fa il Sindaco di Siena quando il giorno del palio viene a sapere di tentati accordi sottobanco, di scazzottature nelle contrade, dei fiumi di vino che sono stati spillati durante le cene per fare colletta e assoldare il fantino più quotato.
Quella chiosa finale “teniamo bene a mente: ordine e disciplina” non ha nulla di popolare né di popolaresco e, absit iniuria verbis, solo uno che non possiede il DNA nolano può avventurarsi su queste chine propagandistiche del famoso ventennio.
CITTA’ VIVA
Il CG Consiliare Prof. dott. Luigi Conventi
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