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Cronaca Redazione 05 giugno 2010 14:57 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
NOLA - Il clima di festa che stiamo già assaporando può e deve evidenziare che il patrimonio artistico-culturale che Nola possiede versa in condizioni assai precarie. In particolare, l’enorme serbatoio di reperti unici al mondo rappresentato dalle capanne dell’età del bronzo in contrada “Croce di Papa” da troppo tempo risulta ricoperto da acqua stagnante proveniente dalla falda acquifera, che ha allagato completamente lo scavo e tutte le strutture che con tanti sacrifici erano state predisposte per la visita guidata al sito archeologico.
Dobbiamo tantissimo all’impegno volontaristico di Meridies e del suo presidente Angelo Amato de Serpis per i tentativi di arginare il pericolo di sfaldamento delle capanne, e tuttavia la soluzione radicale è ancora molto lontana.
Infatti, come tutti certamente sapranno, la crisi mondiale ci obbliga a fare economie di ogni genere e per questo motivo scarseggiano i fondi per lo studio del problema e la ricerca della soluzione ottimale.
Le ridotte finanze del Comune, impoverite dall’autoesenzione degli oneri di urbanizzazione gentilmente riconosciuta per decreto al “sistema Interporto, Vulcano ed oggi anche NTV”, non consentono di poter intervenire, neanche per anticipare i tempi e scongiurare una perdita irreparabile.
Irreparabile in quanto Nola è una città di servizi, con tendenza a vocazione turistica e queste risorse rappresentano il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. Se non siamo capaci di tutelarle e di arricchirle, i “ sistemi” protetti fagociteranno anche ogni possibilità di costruire il nostro destino.
Considerato lo stato delle cose, Città Viva rivolge un accorato appello agli Ordini professionali degli ingegneri e degli architetti perché mettano la loro competenza al servizio della salvezza del sito archeologico, individuando un progetto risolutivo, ed un appello ancora più pressante indirizza alle ditte di costruzioni edili, alle piccole e medie imprese insediate nel comprensorio industriale nolano-mariglianese affinché nei limiti delle possibilità di ciascuno si realizzi il progetto risolutivo che sarà individuato. I Nolani sono da sempre popolo che non ha mai lesinato il proprio aiuto nei casi di bisogno.
Oggi bisogna salvare una ricchezza inestimabile che sta andando alla malora e se ciò accadrà ci avvieremo lentamente ad essere la propaggine cementificata della Napoli metropolitana, e forse a qualcuno verrà perfino la folle idea di chiamare la nostra NOLA con altro nome frutto di una ricerca di mercato.
nolaviva@gmail.com
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