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Cronaca Redazione 21 aprile 2010 23:12 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Caro direttore, come vorrei che ci fosse il ritorno alla politica, con ognuno al suo posto, ognuno responsabile delle sue azioni: un rientro del sano confronto tra Politica e Istituzioni.
Oggi si vive una confusione di ruoli, una politica invadente e crescente in spazi dirigenziali, e tecnici e burocrati ai vertici della politica. La tanto declamata separazione tra compiti di gestione, propria di dirigenti e tecnici e quelli di indirizzo, propria dei politici, non esiste; anzi, constatiamo solo che si sono invertiti i ruoli, o meglio, si è rafforzato una categoria a discapito dell’altra.
Il governo appartiene al popolo sovrano; bisogna farsi carico di questo principio fondamentale e non essere soccombenti.
Risulta essenziale restituire il governo alla politica, che deve farsi carico della soluzione dei problemi e interpretare le domande interne ed esterne dei cittadini, trovando una risposta alle loro esigenze e ai bisogni con determinazione e autorevolezza che solo l’investitura politica può fare.
Negli ultimi anni c’è stato un fiorire continuo di tecnici e burocrati alla guida delle Amministrazioni, una sorta di commissariamento perenne, che non ha portato alcun lustro al nostro paese. I segni della disfatta di questo lungo periodo opaco, che ancora oggi è duro a morire, sono sotto gli occhi di tutti. Eppure correnti di pensiero di caminetti e salotti del potere italiano continuano a spingere e condizionare fortemente per una politica referenziale.
In questa subordinazione dei ruoli abbiamo assistito a una desertificazione e sterilizzazione del terreno politico. Quella scuola di formazione che preparava i giovani al confronto delle idee è venuta meno e si è trasformata in una rincorsa e un procacciamento della poltrona.
E da questo quadro è germinata una pessima classe politica dirigenziale nel nostro paese, che manca di spessore e professionalità; caratteristiche che difficilmente riusciremo a recuperare, in quanto manca proprio l’intenzione, il substrato culturale ma soprattutto il coraggio per dare autorità e autorevolezza al sistema politico profondamente in crisi.
Al nuovo Governatore della Campania dico di non farsi incantare dalle sirene e dalle nomenclature di rilievo nell’apparato dello Stato, di fare un esecutivo della Regione Campania interamente Po-li-ti-co, avvalendosi anche di figure esterne al consiglio ma con spiccata formazione politica.
I tecnici sono e devono rimanere consulenti a servizio della politica; non possono inserirsi e sostituirsi al processo politico, pure perché spesso mancano del rapporto con il territorio e, di conseguenza, sono distanti dalle esigenze e dalle domande degli stessi.
E’ necessario cambiare rotta e dare a Cesare quel che è di Cesare! Sarebbe un gesto di grande chiarezza e responsabilità della politica, un investimento per il futuro per la una nuova classe dirigente del nostro paese.
Giuseppe Negri
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