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Cronaca Redazione 12 dicembre 2009 00:13 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
Contenuti tradizionali ed artistici, impegno di un intero borgo storico, un’associazione, quella de I Giocondi, sempre propositiva, dedizione da parte di 200 e più persone, un regista, artisti vari, il patrocinio e contributo del Comune di Sant’Anastasia e un bambino di pochi mesi. Questi ingredienti da anni ormai fanno parte del Presepe Vivente, che per la notte del 24 dicembre prossimo si porrà ancora una volta all’attenzione dei visitatori come un esempio di vita oltre che di religione, cultura, spettacolo e tradizione.
Evento atteso che ha varcato i limiti geografici di Sant’Anastasia, un rito ormai “antico” che puntualmente si rinnova con una magia che viene da lontano e che ogni volta affascina chi assiste alle suggestive scene “viventi” del presepe, condite di musica e canti. Con innovazioni da scoprire, il presepe trasforma il centro storico del Borgo S. Antonio – uno dei più belli – nel grande palcoscenico ideato e curato dal regista dott. Luigi De Simone.
“La manifestazione del 24 dicembre prossimo è da seguire con la giusta attenzione – afferma il Commissario Prefettizio, dott. Gioacchino Ferrer - per il messaggio in essa contenuto e per tutti gli altri aspetti che hanno fatto apprezzare il Presepe vivente sia dai comuni visitatori, sia da altri Enti che ne richiedono la messa in scena”.
“Eventi come quello del presepe – dice la sub commissaria, dott.ssa Maria Rosaria Picardi – vanno promossi per il valore di testimonianza di civiltà e di apertura verso l’intera comunità. Nel pieno rispetto di ogni convinzione, è fuor di dubbio che il messaggio della nascita di Gesù contribuisce ad incidere nella coscienza di ogni uomo valori fondamentali quali la pace, la giustizia, la solidarietà, la carità. Il presepe vivente è anche un sapiente mix di cultura, religione e tradizione, che, come Ente, dobbiamo sostenere e contribuire a far conoscere sempre più”.
Il fermento per i preparativi del “ricordo” del momento figurativo inventato da S. Francesco a Greggio, nel 1223, porta già a intravedere ciò che accadrà: strade, vicoli, ville e portoni saranno illuminati a petrolio nella notte di Natale, per far cogliere i giochi di luce e d’ombra di ognuno dei 18 quadri, dei costumi d’epoca e dei 130 figuranti che conducono la folla – il presepe è ormai visitato da migliaia di persone – alla grotta, dove rivive scenicamente l’incarnazione di Gesù, per favorire in tutti la meditazione sulla Sua presenza reale nell’Eucarestia. “Per tutta la durata della manifestazione, mimica e canti si ripetono in continuità, intervallati da un momento plastico dei quadri, scandito da un diverso commento musicale – afferma il regista, Luigi De Simone - a significare l’annuncio e l’attesa dell’evento”. Un evento nato alla fine degli anni ‘70 e, per il suo valore tradizionale, istituzionalizzato dagli amministratori comunali nel 2001.
Tutte le novità e le scene hanno qualcosa d’epoca, del mondo romano giudaico, dell’Antico Testamento, del ‘700 napoletano, grazie ad una ricerca iniziata decenni fa e consolidata di anno in anno. Nascono così quadri della Palestina, del Medioevo, dei Misteri, dei pescatori, delle lavandaie, della nobiltà, di Napoli dei secoli d’oro. Il tutto a sottolineare la centralità dell’uomo.
Il costo della rappresentazione è sostenuto da Amici del Presepe vivente e dagli stessi figuranti. Il Comune che nel 2001 ha istituzionalizzato il tradizionale evento contribuisce con 5000 Euro.
SCHEDA
Il Presepe Vivente Anastasiano – PRESEPE VESUVIANO – nasce alla fine degli anni ’70.
Esso si propone di rappresentare il Mistero dell’Incarnazione di Gesù alla maniera di Francesco d’Assisi facendo memoria di quanto avvenne a Greccio, ad opera del Santo nel Natale del 1223.
La peculiarità del Presepe Vesuviano è la data: rigorosamente nella notte del 24 dicembre.
130 figuranti danno vita a 18 diversi quadri scenografici così raggruppati:
• Scena di San Francesco che prepara il presepe
• Scene di vita: lavandaie – pescatori – mercato - osteria
• Scene dei Misteri
• Scene del Medioevo e ‘700 napoletano.
La scena della Natività è presentata in Piazza Sant’Antonio, fuori la chiesa, dopo la Santa Messa di mezzanotte e il “raccogliersi” di tutti i figuranti intorno alla grotta.
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