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Cronaca Redazione 21 ottobre 2009 14:42 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
E dopo la pausa estiva la nuova Amministrazione Comunale, ormai formatasi del tutto, può finalmente mettersi a lavoro sul serio, rimboccandosi le maniche dinanzi a ciascuna delle problematiche che dovrà affrontare nel corso di questo e dei prossimi anni; di certo non poche. Dovrà fare del suo meglio, questo è indubbio, specie in una città come Acerra. Tuttavia, scorrendo la lista dei nominativi degli Assessori e dei Consiglieri Comunali, viene quasi spontaneo chiedersi come potrà riuscire a far fronte ad una simile mole di lavoro, che abbraccia così tanti ambiti, senza la presenza di neppure una donna nell’equipe, fatta eccezione per l’Assessore alle Politiche Scolastiche e Sociali, Immacolata Verone, scelta dall’attuale Sindaco Tommaso Esposito.
Com’è possibile che si sia verificata una simile situazione? Una domanda più che legittima e che troverebbe la sua risposta, probabilmente, solo nell’ambito di un’inchiesta popolare, perchè di donne candidatesi nelle liste ce ne sono state. Eccome. Anche se in numero nettamente minore rispetto agli uomini: 101, a voler essere precisi. Ed hanno ottenuto una media di voti che non supera la cinquantina, con parecchi risultati da una sola cifra decimale interrotti qua e là da altri, molto più rari, che sono riusciti a superare il 100. La candidata con il maggior numero ne ha ricevuti 233, ma, a quanto pare, non sono bastati poiché nella lista dei 30 Consiglieri attuali non ne figura neanche uno di sesso femminile: Bicucci Antonio, Colantuono Giovanni, Selvaggio Biagio, Siracusa Carmine, Stellato Nicola e Zito Domenico per il PD; Bigliardo Gerardo, Buonavolontà Salvatore, De Maria Vincenzo, Di Balsamo Pasquale, Di Fiore Pier Giacinto, Esposito Giovanni Carlo, Iovino Gennaro e Liguori Alfonso Maria per il PDL; Crisi Vincenzo, Iorio Vincenzo, Lettieri Raffaele e Lombardi Cuono per l’Alleanza di Centro; Affinito Francesco e Piatto Andrea dalla lista “Progetto Acerra”; Elmo Carlo e Piscitelli Vincenzo per l’UDC; D’Anna Antonio e La Montagna Fausto nell’Italia dei Valori; Laudano Antonio della Lista Trenta, Tardi Domenico dell’MPA, Mondella Francesco di “Uniti per Bigliardo”, Albachiara Andrea dei Cattolici Democratici, Rao Domenico del Centro per la Libertà e, infine, De Laurentis Giovanbattista da “Un punto a Sinistra”… Nessuna donna, dunque.
E lo stesso è accaduto nella Giunta Provinciale di Taranto, sebbene in quel caso sia intervenuto il TAR, con una sentenza che ne ha annullato le nomine e ha rimediato alla loro assenza, con la pubblica approvazione del Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna e della Vicepresidente del Senato, Emma Bonino, soltanto poche settimane fa. E non si tratta d’un discorso di Quote Rosa, stavolta. O meglio, non è su questo tipo di fronte che si dovrebbe battere. Dare per scontata la presenza di donne al Governo non è cosa giusta da fare, ma non è neppure giusto credere che non abbiano le capacità per occupare simili posti. E’ dunque un discorso di merito quello che andrebbe fatto e non certo di percentuali. E’ davvero possibile che non vi siano cittadine acerrane in grado di affacciarsi alla politica locale o di occuparsene in maniera consona?
No, non è cosa da credere, visto l’interesse da queste dimostrato nell’avanzare la propria candidatura e le diverse iniziative portate avanti da associazioni femminili d’ogni tipo nel corso degli ultimi tempi, come ad esempio la lotta ambientale delle “Donne del 29 Agosto”. Non sarà piuttosto che la mentalità di paese, soprattutto al centro – sud, è ancora troppo chiusa e affatto fiduciosa nei loro confronti, anche a dispetto di tutte le lotte da esse compiute e dalla parità di diritti raggiunta, quasi come se vi fosse ancora una sorta di maschilismo strisciante e latente nei seggi? Forse una donna al potere, così come per mare un tempo, porta sfortuna anche nel XXI secolo? Mettere da parte le antiche credenze popolari, magari, farebbe bene un po’ a tutti. Ragionare per categorie, dividendo il mondo in compartimenti stagni, non è mai giusto, ma sempre controproducente. Riconoscere i meriti di chi ne dispone, invece, è di certo più ammirabile e degno di un essere umano. Questa è vera democrazia. Sarà bene tenerlo a mente per le elezioni future.
Annamaria Bianco
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